Accolto dall’AD di Eni Claudio Descalzi e dall’AD di CFS Bob Mumgaard, l’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti, John Kerry, ha visitato lo scorso 20 novembre la sede di Commonwealth Fusion Systems (CFS) a Devens, Massachusetts, dove si lavora all’impianto per l’energia del futuro.
Claudio Descalzi: l’energia da fusione rappresenta una fonte di energia sostenibile e virtualmente inesauribile
L’AD di Eni Claudio Descalzi, nel rimarcare il valore della visita dell’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti presso la sede di CFS, ha sottolineato come John Kerry stia svolgendo “un lavoro straordinario per accelerare in maniera concreta la transizione energetica a livello globale”. È in quest’ottica che si inserisce la visita strategica presso CFS dove dal 2018 si lavora alla commercializzazione di centrali elettriche a fusione. Eni, investitore strategico che collabora al progetto, ha svolto un ruolo chiave nel sostenere la rapida crescita di CFS da quando è nata. In particolare CFS è attualmente impegnata nella progettazione e nell’implementazione di SPARC, primo sistema di confinamento magnetico al mondo per la produzione di energia netta. SPARC farà strada ad ARC, concepito per essere la prima centrale elettrica commerciale, in grado di immettere energia elettrica da fusione nella rete. In base al piano, ARC sarà operativa nei primi anni del 2030. Il progetto, come ribadito in diverse occasioni anche dall’AD Claudio Descalzi, conferma l’importanza della fusione come energia sicura, sostenibile e virtualmente inesauribile che andrà a contribuire in maniera rivoluzionaria alla transizione energetica. Il principale vantaggio della commercializzazione dell’energia da fusione è che non genera emissioni di gas serra. Inoltre è costante e affidabile: caratteristiche che le permettono di distinguersi come fonte estremamente interessante per l’industria energetica.
Claudio Descalzi: stiamo investendo significativamente nella fusione magnetica per portarla all’industrializzazione
L’impegno di Eni verso la decarbonizzazione, ha commentato l’AD Claudio Descalzi, è “forte, profondo e irreversibile e si basa su un percorso di trasformazione che abbiamo intrapreso già da 10 anni”. Eni sta riducendo progressivamente le sue emissioni totali Scope 1, 2 e 3 per raggiungere Net Zero nel 2050: “Da un lato, stiamo lavorando alla riduzione del contenuto carbonico nella produzione energetica da fonti tradizionali, ad esempio con la diminuzione significativa delle nostre emissioni di metano; dall’altro, stiamo aumentando progressivamente la nostra offerta di prodotti a basse emissioni di carbonio, crescendo sia nella produzione di rinnovabili che di biocarburanti”. Ma “guardiamo anche al nostro futuro”, ha aggiunto l’AD Claudio Descalzi parlando degli investimenti “in soluzioni breakthrough per la transizione, come l’energia da fusione, che rappresenta una fonte di energia sostenibile e virtualmente inesauribile”. L’AD di Eni ha evidenziato inoltre il valore della storica collaborazione scientifica con il MIT e il ruolo di investitore strategico in Commonwealth Fusion Systems: “Stiamo investendo significativamente nella fusione magnetica con l’obiettivo di portarla all’industrializzazione, e attribuiamo valore alle collaborazioni internazionali e pubblico-private per accelerarne la commercializzazione. Siamo partiti da qui, nell’ecosistema di innovazione statunitense unico nel suo genere, il cui approccio dovrebbe essere visto come un modello per altri Paesi che si avvicinano a questa tecnologia. Ecco perché oggi siamo orgogliosi di condividere i progressi di CFS con una persona lungimirante come John Kerry“.