ANGELA ALEXE: IL MIO FESTIVAL DI SANREMO.

– Se tu fossi la piu’ giovane partecipante quali potrebbero essere le tue emozioni, i tuoi comportamenti, il tuo modo di relazionarti con i colleghi piu’ esperti ?
Essere giovane in un ambiente nuovo è un grande onore e direi anche una responsabilità; ritengo infatti che avere l’opportunità di essere circondati di persone da cui imparare è indubbiamente una grande fortuna ed è un’occasione preziosa per ascoltare i consigli o le critiche e imparare osservando i colleghi più esperti.

Credo che sia anche una grande responsabilità, essere più giovane implica l’aver ottenuto la fiducia di qualcuno che ha permesso la mia presenza in quell’ambiente, quindi credo sia importante non deludere la fiducia o sprecare l’occasione di crescere e dare il meglio di sé, mettendo in campo le mie competenze, la mia creatività e la mia passione.


– Secondo te, quanto conta il background musicale o l’esperienza di un artista che sale sul palco del Festival ?

Penso che il background musicale e l’esperienza di un artista siano due fattori molto importanti, ma non decisivi per la buona riuscita della partecipazione al Festival; credo infatti che ci siano altri elementi che concorrono alla performance come, in primis, la voglia di mettersi in gioco, di sperimentare, oltre ad altri fattori strettamente musicali come la qualità della canzone, l’espressività, l’originalità e la capacità di coinvolgere e arrivare al pubblico.

– C’è un artista o una band che ha attirato maggiormente la tua attenzione e perchè ?
Quest’anno sono molti gli artisti che secondo me si contendono la vittoria e che dunque hanno attirato la mia attenzione, anche per motivi diversi come possono essere il look, la melodia, il testo, la presenza scenica e molti altri fattori.

Se devo esprimere una preferenza personale, mi sbilancio a favore di Angelina Mango, che sta facendo in Sanremo in modo molto originale, fresco, professionale e, nonostante la sua giovanissima età, riesce a intrattenere e trasmettere messaggi nello stesso tempo, ma anche a emozionare tutto il Bel Paese con il suo omaggio al padre Pino nella serata delle cover.

– Quale titolo di una canzone ti ha attirato maggiormente e perche’ ?
Sono stata particolarmente incuriosita, sin dal momento dell’annuncio da parte degli artisti stessi, dal titolo della canzone “Un ragazzo una ragazza” dei Kolors.


– Tra quelli proposti, qual è il genere musicale che ti ha maggiormente entusiasmato ?

Quest’anno, come ha affermato lo stesso Amadeus in conferenza stampa, c’è una maggiore presenza di brani “ritmati” rispetto alle più tradizionali ballate, e io ritengo che l’espressione artistica in un determinato momento storico sia lo specchio, e forse a volte anche il motore, di una società e perciò mi sento più affine anch’io allo spirito e al genere musicale più ritmato, complice anche una particolare epoca storica che stiamo vivendo, che oserei definire post-traumatica dallo stress Covid, che ha fatto emergere in ognuno di noi la voglia di rinascere e di godere della fortuna che abbiamo di vivere una vita tornata “alla normalità”, esprimendo ciò anche con canzoni che celebrano la gioia, mediante sia il testo che il ritmo.

– Con quale artista del Festival ti piacerebbe duettare in futuro ?
Gli artisti in gara quest’anno hanno un livello, a mio avviso, molto alto e duettare con uno di loro sarebbe un onore, credo inoltre che ogni artista abbia un fascino proprio, dunque non esiste una risposta assoluta e preferenziale. Ogni artista è affine al suo genere e al suo modo di vivere la musica, dunque se dovessi dire quale sarebbe il mio sogno di duetto, in base alle affinità che sento di avere con l’artista, direi sicuramente Annalisa, per la sua potenza vocale, per la sua personalità, la sua grinta e la sua femminilità.


– Secondo te, qual è il messaggio o il tema principale di una delle canzoni dei partecipanti che dovrebbe avere maggiormente rilievo ?
La maturità artistica di Loredana Bertè, che nella sua canzone omaggia anche la sorella scomparsa, ci regala un messaggio di coraggio, di emancipazione dalle opinioni altrui e di invito a scoprire la propria natura e a seguirla, amandosi sempre: questo secondo me è un messaggio che dovrebbe avere più voce, più risonanza in un periodo storico in cui, complice anche l’avvento di internet e dei social, non ci si vuole più bene e si è più esposti a persone incentivate all’odio dalla protezione di una tastiera.


– Qual è il ruolo dell’immagine e dello stile nel rendere distintivo un partecipante?

L’immagine è il riflesso verso l’esterno dell’identità di ciascuno di noi ed è anche un modo molto potente di comunicare con gli altri non verbalmente e per questi motivi ritengo che sia fondamentale avere uno stile personale e distintivo, come distinti siamo tutti tra di noi, per essere più facilmente riconosciuti, ma anche per comunicare a 360 gradi la propria identità e il proprio messaggio, nel modo più autentico possibile.

– Ci sono state collaborazioni o duetti tra i partecipanti che sono particolarmente da te apprezzati ?
Ho apprezzato molto l’emozionante cover di “Sogna ragazzo sogna” interpretata da Alfa e Roberto Vecchioni, per il temporalmente storico ma sorprendentemente attuale testo che portava con sé un messaggio che dovremmo custodire oggi e nel futuro, e perché è stato molto bello vedere l’incontro tra due generazioni così lontane, ma cosi straordinariamente unite nella musica.


– Da uno a dieci, quanto desidereresti partecipare in futuro al Festival ?

Partecipare al Festival più importante della canzone italiana è semplicemente un sogno per ogni artista, quindi undici.