Se persino il New York Times si ritrova a dover evidenziare la grave situazione nella quale l’Ucraina sta versando, si può facilmente immaginare la portata del dramma. Così, mentre Zelensky rimane alla porta in attesa degli aiuti dagli USA, da sempre la sua miglior spalla, all’interno dei confini ucraini si vivono momenti di tensione.
Il nuovo comandante e la politica di reclutamento
La volontà assurda del presidente ucraino di portare avanti la guerra è ben evidenziata dalla sua ostinazione a reclutare sempre più soldati. Ed è stato con tutta probabilità questo il motivo alla base del licenziamento di Valery Zaluzhny, al quale a capo delle forze armate è subentrato Oleksandr Syrsky. Associare il proprio nome al sistema di reclutamento, che nel frattempo ha abbassato l’età minima da 27 a 25 anni, era una cosa dalla quale molti nell’esercito rifuggivano. Vi è comunque un’esenzione per chi ha tre o più figli. Però chi ne ha tre o di meno ed è volontario, o con famiglie allargatesi durante il servizio, non può abbandonare l’arma.
Le condizioni al fronte e le proteste
In zona di guerra la faccenda non è migliore. I soldati sono costretti in trincee all’interno delle quali la situazione igienico-sanitaria è terribile. In alcuni bunker vi sono state anche invasioni di ratti. Gli uomini perdono la vita per colpi di artiglieria, abbattuti dai cecchini o dalle mine russe. Spesso si ritrovano in scontri ravvicinati in villaggi semi-distrutti. Non è errato definire questo il peggior scontro armato da dopo la Seconda Guerra Mondiale. Questo sta facendo sorgere svariate proteste, come ad esempio quella che ha avuto luogo a Kosmach. Cento donne vi hanno imposto un blocco stradale per protestare contro gli ufficiali di reclutamento. Fonte: https://strumentipolitici.it/proteste-popolari-contro-la-mobilitazione-esercito-a-corto-di-uomini-e-di-munizioni-a-kiev-monta-la-crisi-politica/