Arzano – Dal dottor “Jekyll e Mr. Hyde” a Gianni e Pinotto. Sta sollevando ilarità e commozione l’articolo pubblicato sul mensile Prospettive dal titolo:“ Al Consorzio Cimiteriale piove sul bagnato: dopo la reprimenda dell’ANAC, arriva anche quella della Prefettura”. Apparrebbe superfluo commentarlo, ma per onore di verità bisogna approfondire l’articolo in questione analizzandolo periodo per periodo, frase per frase e rigo per rigo per capire se, molto probabilmente, dietro questi “venticelli di primavera” travestiti da “attacchi” contro il consorzio cimiteriale si celi la lunga e spilunga figura di qualche ex amministratore ai tempi di O’ Presidente. Quello che “elargiva” incarichi professionali a suoi discenti e colleghi, affidava incarichi profumati e colorati (così si vocifererebbe) a ditte in odore di camorra citate negli scioglimenti del comune di Arzano – legate al clan Lo russo di Secondigliano – , e si accompagnava sotto braccio ( o lo riceveva nel suo ufficio), un soggetto citato negli atti dello scioglimento di Casavatore quale sodale del clan Amato-Pagano. Iddio poi, o le anime dei defunti prima che la situazione precipitasse, ha voluto che al consorzio si cambiasse marcia e aria. Questo presunto “scrivano” o “scribacchino” poi, molto probabilmente, ha trovato terreno fertile (casa) presso il quotidiano Prospettive che risulta “guidato” da un direttore responsabile, tal Giovanni Aruta, la quale, senza incorrere in diffamazione o calunnia alcuna, risulta condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere per uno dei reati piu’ odiosi: violenza sulle donne. Condanna confermata dalla Suprema Corte di Cassazione. Un astio che Aruta avrebbe anche per vicende cimiteriali. A ruota, almeno da quello che emerge dai vari social e gruppi, si sarebbe aggiunto e prodigato come “diffusore seriale” l’ex Presidente del cimitero, Mauro Muto del Pd. Lo stesso che è stato messo in mora dal consorzio per i potenziali danni erariali subiti da questo ente quando era appunto Presidente, per le presunte omissioni nel recuperare i crediti dalle arciconfraternite. Venticelli, maleodoranti dunque, che mirano più a nascondere le verità che a denunciare fatti e misfatti che invece starebbero emergendo dalla passate gestioni ad iniziare dalla nomina del RPCT (responsabile anticorruzione) voluta fortemente dall’ex Presidente Giuseppe Salzano che addirittura, con proprio decreto del 23 aprile del 2022 e andando contro l’OIV, ne aveva sancito e certificato la nomina. Lo stesso che nulla fece da presidente se non dopo essere stato mandato a casa e sonoramente bocciato attraverso una serie di esposti che sembravano piu’ gli inciuci di palazzo di una volta che una denuncia vera e propria. Anzi: l’obiettivo primario secondo vox populi sarebbe la seggiola che scotta, quella più’ ambita. Come pure, non si sa se sia finzione o realtà, qualche ex amministratore addirittura avrebbe agito per creare contenziosi legali per poi elargire incarichi milionari cagionando seri danni erariali alle casse del’ente. Insomma, almeno da quello che trapela, Aruta che già sarebbe stato querelato a dicembre del 2022 nei prossimi giorni, almeno da quello che emerge dallo stuolo di legali che si sarebbero recati al consorzio, sarà ri-querelato per omesso controllo. Insomma, appare chiaro che c’è chi punta alla direzione del consorzio rea di aver respinto le “avance” dei due lesto fanti (ovvero fanti veloci) . Parafrasando una vecchia storia in cui si usava l’appellativo giornalaio per chiamare i giornalisti e per sfotterli amabilmente o anche non troppo amabilmente. E come Franco Montorro giornalaio lo diventò davvero, a 62 anni, aprendo un’edicola dopo una trentennale carriera. E allora può essere che i nostri “legalisti” attori ce li potremmo ritrovare a svolgere tutt’altro mestiere.
(SEGUE)