Cristina Scocchia è un vero punto di riferimento nel mondo del business italiano. A soli 39 anni, ha assunto il ruolo di AD di L’Oréal Italia, per poi passare alla guida di Illycaffè. La sua carriera è stata caratterizzata da una serie di successi che vanno oltre le comuni aspettative, in un contesto in cui, spesso, età e genere possono rappresentare ostacoli non indifferenti.
Cristina Scocchia: l’arte della leadership tra quoziente intellettivo, emotivo, politico e morale
Secondo Cristina Scocchia, la risposta risiede nell’impegno. Il raggiungimento di posizioni apicali richiede una serie di abilità distintive: pensiero strategico, capacità decisionale, motivazione e leadership. La fortuna, o meglio l’opportunità, spiega l’AD, gioca il suo ruolo ma deve incontrare la preparazione e la costanza. Affrontando la questione di genere, la manager non nasconde le sfide incontrate: dalla sottovalutazione delle sue competenze attribuite erroneamente al suo essere donna, fino a episodi di discriminazione sottile ma tangibile. Tuttavia, la sua risposta a tali sfide non è mai stata di rabbia o polarizzazione, bensì di determinazione e inclusione, sottolineando l’importanza di un approccio che valorizzi il merito e l’uguaglianza. Come leader di Illycaffè, Cristina Scocchia enfatizza un modello di leadership che integra diversi quozienti: intellettivo, emotivo, politico e morale. Questa visione olistica del ruolo di leader riflette l’importanza non solo dei risultati aziendali ma anche del benessere emotivo ed etico dei collaboratori.
Illycaffè: la visione di Cristina Scocchia su parità di genere e conciliazione vita-lavoro
Sull’inclusione di genere, Illycaffè si è distinta ottenendo la certificazione UNI/PdR 125:2022 sulla parità di genere, un riconoscimento che ha confermato l’impegno del Gruppo verso pratiche eque e responsabili. Cristina Scocchia è critica nei confronti dell’approccio superficiale di alcune aziende verso l’inclusione: secondo l’AD, oggi, è fondamentale promuovere azioni concrete e una cultura aziendale capace di favorire realmente il merito e la diversità. Il dibattito sulle quote rosa viene affrontato con pragmatismo: se da un lato sono viste come un mezzo temporaneamente necessario, dall’altro la manager auspica una cultura del merito più radicata, che superi stereotipi e pregiudizi. Parlando infine della conciliazione tra vita professionale e familiare, Cristina Scocchia offre uno sguardo personale e riflessivo, sottolineando come l’equilibrio tra i diversi ruoli di una donna non debba mai tradursi in un compromesso sulla propria realizzazione personale e professionale. “Se c’è una cosa che ho imparato – conclude – è la bellezza di sentirsi un po’ giocoliere. Non possiamo avere tutte le arance in aria: ne avremo una in alto, una a mezz’aria e un’altra che scende verso il basso e deve essere presa al volo prima di cascare giù. Una donna madre, ma non solo, ha tanti ruoli e non può essere perfetta in tutti questi ruoli. Ci saranno momenti in cui dedicheremo più attenzione a un aspetto e meno a un altro”.