Se è vero che il Cinema è stato il più grande fautore di idee tradotte da menti geniali di registi ed attori, è anche vero che il Cinema è un noto ed esperto divulgatore di sensazioni erotiche ed istinti primordiali come https://www.torchemada.net così molti altri siti di incontri escort in Italia.
Ricordare tutte le opere cinematografiche che abbiano affrontato queste tematiche è a dir poco un’impresa titanica, perché tra i meandri di cellulosa, nella storia del cinema c’è tanta ricchezza di film epici che hanno segnato le menti di tutte le generazioni avvenire.
Si potrebbero ricordare monumenti storici del grande schermo come Casablanca, Via col Vento, il Dottor Zivago, fino ad arrivare ai tempi più recenti con La mia Africa, Dirty Dancing, Ghost, Titanic, Nothing Hill, Le pagine della nostra vita, A star is Born, insomma, si rischia grande imbarazzo nell’affrontare questo argomento e nel fare citazioni col timore, anzi con la certezza, di dimenticare qualche altra opera di pari valore.
Ma questo, perdonino i cineasti più incalliti, è un solo un mero bricolage messo insieme con lo sputo, rispetto a ciò che il cinema è, ed è stato. Un turbine di emozioni, il sentire più profondo fino all’ amore nella sua forma più ampia.
Il Cinema è tutto questo e molto altro. Già, perché non esiste solo la sfera emotiva nell’immenso labirinto della psicologia umana, ma c’è tutta una ricerca di soddisfazioni, di impulsi, di desideri che sfociano nella sessualità, nel mondo dell’ eros, del fetish, nel vedo e non vedo, rappresentati e proposti da film Cult come 9 settimane e ½, con Mickey Rourke e Kim Basinger, dalla straordinaria interpretazione di Sharon Stone in Basic Instinct, fino alla bellissima ed intraprendente Julia Roberts in Pretty Woman, in cui vestiva i panni di una prostituta, proveniente dai bassi fondi e dai marciapiedi della Hollywood Boulevard tra i cui vicoli, il miliardario Edwuard Lewis (alias Richard Gere), alla guida un pò titubante di un’ auto sportiva bella fiammante, chiede indicazioni stradali ai passanti, in particolare a Vivian Ward, la sopra citata ragazza squillo dalle avvenenze eccentriche, ma spartane e sincere.
Effetti speciali e l’ultima frontiera della AI nel cinema
Cinema, una parola che per l’umanità ha rappresentato, per definizione, la fonte di sentimenti ed emozioni, ma anche di tutta una serie di ambienti e settori che nella linea temporale evolutiva hanno dato alla luce frutti sempre più succulenti ed interessanti della capacità umana e dell’ingegno.
Pensiamo ad esempio al settore automotive e alla sua storia, basterebbe fare un salto all’indietro, magari di un secolo, per rievocare quelle primizie di ferro e ingranaggi su 4 ruote sottili e cigolanti che qualcuno osò chiamare automobili. Si è vero, per l’epoca lo erano, e a dir la verità lo sarebbero ancora oggi, perché tutto ciò che si muove in autonomia su quattro gomme e che sia dotato di motore, appartiene alla categoria dei quadricicli, tra cui anche le automobili. Ma se le volessimo paragonare alle macchine di oggi, per come le conosciamo, non avrebbero niente o quasi in comune.
E questo lo abbiamo visto spesso in moltissimi film del grande schermo.
Ricordo, per citarne alcuni, il Sorpasso, del mitico regista italiano Dino Risi, in cui un giovane Vittorio Gassman recitava nel ruolo di Bruno che alla guida della sua Lancia Aurelia B24 sfrecciava in compagnia del suo amico occasionale Roberto sulle strade estive di un’ improvvisata vacanza da rimorchiatori seriali. Un film epocale che ha segnato un momento storico industriale del Bel Paese, un film dal triste epilogo che tutti conosciamo, ossia l’incidente a seguito di una brusca sterzata che Bruno dovette fare per evitare un camion in contromano, finendo insieme all’amico in un burrone, in cui quest’ultimo ebbe la peggio.
Nel film questa macchina appare con delle forme ancora arrotondate, l’inizio del nuovo concetto di dinamica sportiva, stiamo parlando degli anni ‘60, il picco più alto della crescita economica dell’Italia. Altri tempi insomma.
Chi non ricorda poi negli anni ‘80 il meraviglioso telefilm Starsky & Hutch, i due poliziotti americani, con la loro fiammante Ford Gran Torino, serie televisiva portata in tempi più recenti sul grande schermo.
Ed ancora il personaggio Michael Knight , un agente di polizia creduto morto che si trasforma nel pilota di un’avveniristica automobile dotata di intelligenza artificiale, KITT. Ecco arrivare le prime avvisaglie di ciò che avremmo visto realmente in futuro, l’ AI (Intelligenza Artificiale), dove il cinema è precursore della vita e delle abitudini di tutti noi.
Continuando a citare successi più recenti, come non ricordare l’intramontabile serie cinematografica di Fast & Furious, uno spettacolo nello spettacolo, con interpretazioni pregevoli, il grande attore americano Vin Diesel ed il compianto Paul Walker che, ironia della sorte, morì appena quarantenne in un incidente automobilistico. Non era lui alla guida, ma un suo amico.
Quest’ ultima probabilmente è stata la saga del cinema di maggior spicco per quanto concerne la rappresentazione della tecnologia automobilista, sia da un punto di vista motoristico, sia da un punto di vista estetico. Le famose Custom car di oggi.
Aspettative su AI e Cinema nel prossimo futuro
Il Cinema rappresenta un’epopea che non può e non deve mai vivere la parabola del declino e vorremmo da amatori, quali tutti noi siamo, vedere sempre il mondo del cinema sfoggiare creazioni stupende che tolgano il fiato, siano esse di natura erotica, bellica, drammatica, grottesca o qualsivoglia tipologia. Quello che vogliamo è che il cinema resti puro e casto nella sua verginità perduta.
Matt Demon è stato chiaro, l’intelligenza artificiale rappresenta una minaccia cruciale per attori ed artisti, i quali meritano un contratto a tutela della propria immagine e del proprio talento.
Ed in tutta sincerità, non si può non essere d’accordo con queste parole, perché oggi pur essendo agli albori della nuova frontiera dell’ AI, le probabilità che le manifestazioni di sfiducia per questa tecnologia finiscano a tarallucci e vino sono piuttosto alte, perché se è vero che l’unicità di ogni essere umano va tutelata, è anche vero che esiste una domanda sempre più crescente di un pubblico, di un vasto pubblico, che vuole stupirsi ancora di più, vuole vedere cose nuove, ancora più inverosimili che forse solo l’AI è in grado di generare.