La storica Milano Art Gallery, spazio espositivo con quasi 60 anni di storia dove hanno esposto e dialogato i principali artisti e intellettuali contemporanei, ha ospitato le mostre personali di cinque talentuosi artisti che hanno inaugurato giovedì 18 aprile con grande successo di pubblico, stampa e critica.
Il curatore delle esposizioni, nonché direttore della Galleria, è Salvo Nugnes, scrittore e reporter, già curatore di Biennale Milano, delle mostre del Festival di Spoleto, Pro Biennale di Venezia e già manager di personalità dell’arte e della cultura, tra cui Silvana Giacobini, Vittorio Sgarbi, Katia Ricciarelli, Amanda Lear e gli indimenticabili Margherita Hack e Francesco Alberoni.
Insieme a lui hanno presenziato all’evento Giada Eva Elisa Tarantino, storica dell’arte, Tiziana Polimeno, Event Manager, Maurizio Ganzaroli, artista e performer, Enrico Carazzato, creativo delle celebrity, Benedetta Cosmi, opinionista televisiva Mediaset, Rocco Perretta del Comune di Milano e diversi altri.
Gli artisti in mostra sono: Elena Cavanna, artista poliedrica, dipinge con le parole tanto quanto con i colori. La sua poesia, che viene direttamente dall’anima, è un riflesso del suo talento eclettico, dove l’uso di parole semplici e sincere si trasforma in un viaggio emozionale; Lidia Corte, la cui delicatezza con cui modella l’argilla dando vita alle proprie creazioni traspare dalle stesse ed arriva a chi osserva come se si stesse dinanzi all’artista stessa. Le sue sapienti mani sanno come infondere l’anima alla terracotta; Maria Rita Gona, le cui opere ci sussurrano che la natura è donna. Nell’osservazione ci guidano la sensibilità e la morbidezza del pennello sulla tela, le sfumature, l’atmosfera calda bagnata dalla luce, che con gentilezza svela e nobilità al contempo l’essenza dell’oggetto; Elisa Fossati, le cui fotografie riescono ad immortalare un momento, un istante che racchiude in sé ricordi, suggestioni, pensieri, considerazioni e tanto altro ancora. Ogni foto può, e deve, raccontare una storia ed è proprio questo che la rende così importante; Carmine Grasso, che dipinge dei paesaggi simbolici, dei luoghi dell’anima, immobili ma estremamente vitali, dove da elementi architettonici apparentemente razionali, irrompono figure che destabilizzano l’osservatore.