Il progetto artistico di Franco Scardova nel segno della Fotografia europea

Ha aperto i battenti con grande clamore di consensi la storico Festival della Fotografia Europea a Reggio Emilia e in concomitanza con questa manifestazione di rilevanza acclarata e indiscussa, l’artista Franco Scardova ha scelto di affiancarsi in sintonia sinergica con un progetto esclusivo curato dalla dottoressa Elena Gollini, che si intreccia alla perfezione con il tema di riferimento del festival reggiano, ovvero “La natura che si nasconde” trovando un personale e soggettivo campo di ispirazione e intessendo un lavoro creativo di interessante valenza formale e contenutistica. La dottoressa Gollini nello spiegare l’intento alla base del progetto ha commentato: “Insieme a Franco, che vanta una competenza indiscussa nell’ambito dell’arte fotografica e della fotografia artistica d’autore, abbiamo predisposto una prospettiva a largo raggio di approccio, offrendo più opzioni di interazione fruitiva e consentendo una chiave di lettura fluida, scorrevole e di immediata comprensione, all’insegna di una libertà interpretativa a 360°. A fronte di questo intento primario e principale abbiamo sviluppato la struttura globale di insieme, che si dipana su più livelli attraverso una photogallery di immagini scelte come rappresentative della sua variegata e sfaccettata produzione, che possiedono una commistione di significati e messaggi accorpabili tra loro in un circuito ben equilibrato e bilanciato. Questo gruppo di fotografie cosiddetto testimonial aumenta l’espediente mirato ad hoc per raccontare e descrivere il suo concetto di natura e di habitat naturale, la sua proiezione di legame armonioso con l’ambiente e il paesaggio circostante, quello fluviale del grande Po, così come quello della campagna verdeggiante e rigogliosa, dall’atmosfera piacevolmente bucolica che attornia il contesto in cui vive. Ecco allora, che a partire dalla dimensione del suo quotidiano, la più autentica e genuina, lo stimolo di slancio creativo lo conduce verso delle riflessioni, che si trasferiscono non soltanto nella visionarietà creativa di spiccata sensibilità empatica ed intuitiva, ma trascendono e si trasferiscono nel sentire emotivo ed emozionale e nel pathos di trasporto interiore e introspettivo, perché fotografare non è soltanto un gesto di perizia strumentale e di destrezza e abilità meccanica, ma è un focus e un climax esistenziale, che approda nel moto dell’anima e lo accende di vitalità energizzante. Tutto questo appartiene alla concezione artistica e umana di Franco e al suo fare creativo di intenso e profondo spessore contenutistico“. Inoltre la dottoressa Gollini ha rimarcato: “Ecco, perché ho ritenuto di conferire a Franco uno speciale attestato ufficiale di merito, da me firmato in fede, a suffragare l’importanza saliente del suo impegno a tutto tondo e della sua volontà di fare una ricerca qualificante e avvalorante per il contesto territoriale in genere e per tutto ciò che coincide con l’ecologia e la tutela ambientale“.

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