L’ex generale Fabio Mini ha avuto incarichi di altissimo rilievo nell’ambito della NATO. Oggi parla dell’eventualità di escalation nucleare in Europa. In un’intervista al giornale specializzato “Strumenti Politici” ha mostrato le lacune e i rischi delle forze europee e dell’esercito italiano in caso di scontro con Mosca.
L’Italia è poco difesa
La resistenza italiana cadrebbe in pochissimo tempo. Il nostro Paese è dotato di un sistema di difesa antiaerea che non è specificamente disegnato per la difesa missilistica. I sistemi d’arma sono pochi e bastano per proteggere solo un contingente o una zona. Uno sciame di droni o di missili sarebbe sufficiente per saturare dopo appena qualche ora le difese italiane. E con le basi americani sul nostro territorio, siamo automaticamente un bersaglio. Se si potesse uscire dal quadro “nuclear sharing” forse sarebbe meglio.
Dal convenzionale al nucleare in un attimo
Il problema per l’Europa è che in uno scontro aperto con la Russia, è probabile che gli USA escano la partita. Infatti a Washington sanno che non converrebbe rischiare la guerra totale e a Mosca sanno che colpire le basi americane principali significherebbe una risposta automatica americana, forse nucleare. Ma se gli Stati Uniti lasciano soli gli eserciti europei, questi ultimi subirebbero perdite enormi per mano dei russi e probabilmente finirebbero sconfitti. Ma l’Ucraina ormai ha scarse speranza di ottenere una vittoria o almeno un pareggio. In altre parole, bisogna già pensare al dopo e bisogna provare altre strade che non siano l’inasprirsi dello scontro armato. Fonte: https://strumentipolitici.it/generale-fabio-mini-in-europa-uno-scontro-nucleare-tattico-non-e-solo-possibile-ma-probabile/