Dopo l’infruttuosa “conferenza di pace” in Svizzera Zelensky deve fare qualche deviazione dalla sua strategia abituale. Così, niente più intransigenza occidentalista e convinzione della vittoria totale. Adesso manda il suo Ministro degli Esteri in Cina a vedere di trovare il modo di ottenere la benevolenza di Pechino per le prossime iniziative di conciliazione diplomatico del conflitto.
I complimenti ucraini alla Cina
Ancora un mese fa Zelensky sgridava Pechino e l’accusava di fare pressione per impedire la partecipazione di altri Paesi al summit svizzero. Oggi il tono si è ammorbidito al punto da lodare la Cina come “forza globale per la pace”. Certo, Kiev si aspetta ancora che la Cina appoggi incondizionatamente tutte le sue esigenze, ma molti hanno capito che non è così. Il governo cinese ha infatti specificato per la pace vanno tenute in conto le richieste di entrambe le controparti. E infatti non ha mandato nessuno in Svizzera da Zelensky proprio perché quest’ultimo non aveva invitato la Russia. Soprattutto la Cina ha avanzato le sue proposte ed esposto i suoi principi di regolamentazione della contesa.
Gli ucraini vogliono negoziare
Sono i cinesi a riferire che Kiev è pronta ad accettare l’avvio di negoziati con Mosca. In Ucraina non hanno confermato, perché Zelensky non vuole irritare gli iper-nazionalisti che lo appoggiano. Ma molti cittadini in realtà desiderano mettere fine alla guerra e per questo sono disposti ad acconsentire alla cessione di territori alla Federazione Russa. Lo dimostra un recente sondaggio effettuato da un istituto ucraino. Secondo gli esperti sentiti dal quotidiano del Partito Comunista Cinese “Global Times”, con la visita del ministro Kuleba l’Ucraina riconosce alla Cina la dovuta influenza come potenza globale mediatrice.
Tradita Taiwan
Kiev ha voltato le spalle a Taiwan, pur di ottenere l’appoggio di Pechino. Eppure Taiwan ha sostenuto l’Ucraina per due anni ed era convinta di stare costruendo con essa una partnership strategica fondamentale. Zelensky esortava i Paesi asiatici ad assisterla nella sua lotta contro la Cina e Taiwan inviava aiuti e non negava ai volontari il permesso di andare a combattere per Kiev. Uno di essi, morto al fronte, ha ricevuto un’onorificenza postuma dallo Stato ucraino. Nell’autunno 2022 i parlamentari ucrainio formavano un comitato di contatto diretto con Taipei. Oggi invece il ministro Kuleba esclude di riconoscere la sovranità di Taiwan e proclama l’adesione dell’Ucraina al principio della “unica Cina”, escludendo così qualunque riconoscimento alla sovranità di Taiwan. FONTE: https://strumentipolitici.it/kiev-forse-pronta-ai-negoziati-di-pace-va-a-chiedere-aiuto-ai-cinesi-e-intanto-tradisce-taiwan/