Gli ucraini sono entrati per alcuni chilometri nella regione russa di Kursk occupando dei villaggi e rivendicando un grande successo militare. Purtroppo per ottenere tale vittoria il loro esercito ha perso armi e uomini e si è esposto a una imminente controffensiva di Mosca.
Deficit materiale
Nell’esercito ucraino già da tempo sta drammaticamente diminuendo il numero di forze fresche a disposizione, nonché la disponibilità di armi e munizioni. Dunque, riserve materiali che si assottigliano, aiuti occidentali al ribasso e pure pochi soldi per pagare i soldati. L’inasprimento delle norme di mobilitazione forzata adottato da Zelensky ha provocato una pessima reazione da parte dei cittadini. Secondo Rob Lee, collaboratore del Foreign Policy Research Institute, solo nel 2025 le fila dell’esercito torneranno a ingrossarsi adeguatamente e lo stesso vale per gli arsenali, riempiti con la prossima produzione bellica delle fabbriche occidentali. Ma vi sono ancora molti fattori di instabilità a rendere incerta questa prospettiva. Lee afferma che il problema della scarsità di armi e soldati è sorto col fallimento della controffensiva estiva dell’anno scorso.
Un’azione dimostrativa
Secondo Daniel L. Davis, ex tenente colonnello dello U.S. Army e oggi analista militare, quella ucraina nella regione di Kursk è stata una bella vittoria a uso mediatico, ma senza valore strategico. In Occidente escono video celebrativi e si trova il modo di esaltare l’eroismo e la bravura dei soldati di Kiev, ma purtroppo le buone notizie per Zelensky finiscono qui. Davis sottolinea infatti che sul piano strategico questa mossa potrebbe avere delle conseguenze nefaste per gli ucraini, sebbene non immediatamente. Secondo lui dovranno pagare “un prezzo pesantissimo” quando gli eventi sul campo si svilupperanno ancora. E quando si arriverà al tavolo dei negoziati, sarà pure peggio. Fonte: https://strumentipolitici.it/lattacco-ucraino-su-kursk-e-una-sortita-disperata-per-nascondere-i-gravi-deficit-dellesercito-di-kiev/