Si parla tanto di intelligenza artificiale e delle trasformazioni, che sta apportando il sistema dell’intelligenza artificiale, che è destinato a evolversi e svilupparsi in maniera sempre più allargata e a influire in via diretta o indiretta su più fronti e piani, che ci riguardano anche da vicino e si accostano al nostro stile di vita e al nostro quotidiano. Il dibattito acceso e spesso anche complicato da divergenze e opinioni contrastanti, è da considerare più che mai attuale e detiene una posizione centralissima in ambito nazionale e internazionale. Sarà certamente un’escalation in progressione avanzata e veloce e, in previsione di un’idea futura e futuribile di utilizzo e fruizione anche in contesto artistico, è utile stimolare un approfondimento condiviso e condivisibile da parte delle nuove generazioni di creativi, come Daniel Mannini, che si rendono sempre solerti e prodighi nel manifestare valutazioni attinenti e pertinenti a tematiche di spicco, che appartengono al dibattito pubblico e che vengono poste al vertice piramidale come grado di importanza con annessi e connessi correlati. Ho dunque coinvolto Daniel Mannini in una breve intervista per capire il suo punto di vista e fare insieme una riflessione intensa, che possa poi essere da ciascuno metabolizzata liberamente, essendo un argomento davvero delicato e spinoso, ma altrettanto affascinante e coinvolgente. Il sito web di Daniel Mannini è www.danielmanniniart.it .
D: Da giovane uomo e artista contemporaneo cosa pensi in generale del sistema dell’intelligenza artificiale?
R: L’intelligenza artificiale, se usata in modo costruttivo, rappresenta sicuramente un’opportunità nell’evoluzione sociale del nostro essere e nell’approccio di affrontare il futuro. Oltre che da questo punto di vista, anche in ambito artistico è un’occasione da sfruttare per poter esprimere ad un livello maggiore la realtà che ci circonda. Personalmente non ho avuto occasione e interesse nel voler sperimentare questa tecnologia all’interno della mia poetica artistica, essendo una persona dal carattere tradizionale, per la quale l’uso della manualità rimane il mezzo fondamentale e più naturale nell’espressione di un individuo, però non posso escludere che in futuro possa approcciarmi a questo nuovo modo di fare arte che sicuramente è intrigante e interessante , anche per vedere il risultato che posso ottenere.
D: Entrando più nel specifico, un tuo commento di valutazione tra dimensione artistica e creativa e sistema di intelligenza artificiale come possibile interazione positiva.
R: Come detto precedentemente, per quanto mi riguarda l’uso tradizionale della manualità rimane la principale forma espressiva, ma non per questo esclude a priori questo nuovo modo di mettere in atto le idee e renderle positive. Come per ogni scoperta bisogna avere buon senso nel suo utilizzo e sprecare il meno possibile questa occasione per fare un passo avanti. La storia insegna che un poco alla volta le nuove tecnologie sono riuscite ad inserirsi all’interno della nostra quotidianità soprattutto negli ultimi trent’anni, dove essa ha fatto dei passi da gigante. Come per la fotografia e la grafica, cosi sarà anche per l’intelligenza artificiale. L’arte rimarrà sempre moderna e contemporanea, perché in un modo o nell’altro nuove scoperte e nuovi tipi di approccio la influenzeranno sempre, e questo non posso che guardarlo con sguardo positivo. Come credo che le mode abbiano un loro inizio e una loro fine, penso anche che, a seconda del periodo, possano tornare sempre fuori, perché rimangono nella nostra cultura.
D: Quali rischi possono sorgere a tuo parere se l’intelligenza artificiale viene applicata erroneamente in ambito artistico e creativo?
R: Il rischio maggiore è quello di distinguere la giusta qualità del lavoro realizzato rispetto a quello che può essere un uso improprio e banale rispetto al potenziale che potrebbe rappresentare il progresso dell’arte stessa. Questo non dipende soltanto da chi valuta un lavoro, ma anche da chi lo realizza e riesce a darne un certo significato, evitando di scaturire nel ridicolo e quindi in una scarsa qualità sia nella realizzazione che nel concepimento di concetto del lavoro stesso. Ovviamente non riguarda soltanto l’intelligenza artificiale in sé, ma anche tutte le forme di espressione che abbiamo a disposizione. Essendo molto democratica, il tempo dirà se questa nuova forma di espressione riesca a ritagliare un proprio spazio all’interno della storia dell’arte, anche se oggi quest’ultima la vedo come lo specchio della società, ovvero capitalistica, dove l’interesse è apparire e avere l’esclusiva di un qualcosa che magari non ha tutta questa grandezza, ma che viene pompata solamente per interessi e mode. Se questa nuova concezione artistica non riuscirà ad avere un suo tassello, continueremo ad ammirare altre tipologie di forme dove la tradizione, volente o nolente, rappresenterà sempre il traino principale.