Inclusione Lavorativa delle Persone con Disabilità

L’inclusione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro rappresenta un obiettivo fondamentale per la costruzione di una società più equa e inclusiva.

Negli ultimi anni, l’Italia ha fatto passi significativi in questa direzione, culminati nell’approvazione dei decreti attuativi della legge delega 227 del 2021.

Questa legge ha introdotto importanti cambiamenti volti a favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità attraverso una serie di decreti attuativi.

Questi provvedimenti sono destinati a entrare in vigore in via sperimentale a partire da gennaio 2025 in nove province, ma già oggi se ne possono cogliere le potenzialità e i limiti.

Intervista con il Dott. Giorgio Di Dato

Il Dott. Giorgio Di Dato, punto di riferimento per le politiche di inclusione sociale e lavorativa, Presidente e CEO di Make4Work, ci guida attraverso un’intervista all’interno delle novità e delle sfide introdotte dai decreti attuativi della Legge Delega 227/2021, che rappresentano una svolta cruciale per l’inclusione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro.

Domanda: Giorgio, l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità è un tema centrale nella costruzione di una società più equa e inclusiva. Quali sono le principali novità introdotte dai decreti attuativi della Legge Delega 227/2021?

Risposta: Negli ultimi anni, l’Italia ha compiuto passi importanti per favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, culminati nell’approvazione dei decreti attuativi della Legge Delega 227 del 2021. Questi provvedimenti, che entreranno in vigore in via sperimentale a partire da gennaio 2025 in nove province, introducono diverse innovazioni che vanno ben oltre il semplice rafforzamento delle normative esistenti.

Domanda: Potresti approfondire queste innovazioni?

Risposta: Certamente. Tra gli aspetti più rilevanti c’è la semplificazione amministrativa per l’accertamento dell’invalidità, il progetto di vita, l’accomodamento ragionevole, la riqualificazione degli spazi per garantire l’accessibilità, maggiore spazio al ruolo del disability manager, maggiore tutela al caregiver e soprattutto una maggiore focalizzazione alla diversità come valore per le imprese, agendo anche sugli incentivi e sconti fiscali.

Questi incentivi mirano a ridurre i costi del lavoro, incentivando le imprese a diversificare la propria forza lavoro. I decreti prevedono anche finanziamenti specifici per l’adattamento dei luoghi di lavoro, un elemento fondamentale per garantire un ambiente di lavoro accessibile a tutti.

Domanda: Si parla anche di un ruolo cruciale per il disability manager nelle aziende private. Quali sono le aspettative rispetto a questa figura?

Risposta: Il disability manager è destinato a diventare una figura chiave anche nelle aziende private, non più solo negli enti pubblici. Questo ruolo sarà centrale nell’assicurare che l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità non sia solo una questione di accessibilità fisica, ma anche di gestione delle relazioni interpersonali e promozione di una cultura aziendale inclusiva. Il decreto 48/2023, infatti, prevede contributi per gli enti del terzo settore che supportano i datori di lavoro in questo processo.

Domanda: Quali sono le principali sfide che potrebbero ostacolare l’efficacia di questi decreti attuativi?

Risposta: Nonostante le numerose innovazioni, il percorso verso un’inclusione lavorativa piena è ancora costellato di sfide. Una delle principali difficoltà è rappresentata dalla complessità delle procedure amministrative necessarie per accedere agli incentivi.

Questo potrebbe scoraggiare molte aziende, in particolare le piccole e medie imprese, dal beneficiare delle agevolazioni. Inoltre, l’accessibilità dei luoghi di lavoro rimane una sfida importante, soprattutto per quanto riguarda i costi elevati e la mancanza di standard uniformi per l’adattamento.

Domanda: Come si potrebbe superare queste difficoltà?

Risposta: Superare queste sfide richiede un approccio integrato e coordinato. Uno strumento potenzialmente efficace potrebbe essere la valorizzazione della Corporate Social Responsibility (CSR), collegando il valore del business al valore sociale.

L’introduzione di un marchio di certificazione per le aziende che rispettano elevati standard di inclusione, ad esempio, potrebbe incentivare ulteriormente le imprese a intraprendere iniziative di inclusione.

Domanda: Giorgio, qual è il ruolo del terzo settore in questa nuova infrastruttura normativa?

Risposta: Il terzo settore ha un ruolo fondamentale nel facilitare l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Tuttavia, per sfruttare appieno le nuove opportunità normative, questi enti devono adattarsi a un contesto operativo in evoluzione, sviluppando nuove competenze e approcci imprenditoriali.

La formazione continua sarà essenziale per mantenere la competitività e sfruttare al meglio gli strumenti innovativi introdotti dal Codice del Terzo Settore, come per esempio la coprogettazione/coprogrammazione e i Social Impact Bonds.

Domanda: Quali sono le prospettive future per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità?

Risposta: Il futuro dipende dalla nostra capacità di trasformare queste innovazioni normative in pratiche quotidiane efficaci. La promozione di politiche innovative di CSR e l’adozione di nuove modalità di gestione condivisa tra pubblico e privato sono passi fondamentali per costruire un sistema realmente inclusivo.

Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile creare un ambiente di lavoro equo e accessibile per tutti, realizzando così una società più giusta e inclusiva.