Per rimpolpare l’esercito Kiev vuole mobilitare i rifugiati in UE

Il quotidiano tedesco Der Tagesspiegel riferisce quanto comunicato dal sito specializzato militaryland.net. Si tratta dell’idea, già in fase iniziale di realizzazione, di mandare al fronte quei cittadini maschi che erano scappati nei Paesi europei.

Le nuove brigate

Una brigata è un’unità militare che conta circa 5mila soldati. Contando il numero di ucraini fuggiti all’estero dal 2022, dovrebbero certamente bastare per le nuove formazioni. Il comando ucraino ha anche previsto di dotare le brigate di carri armati. I suoi soldati saranno addestrati in caserme di Paesi occidentali, che daranno anche le attrezzature. L’obiettivo è averli pronti per il 2025.

Difficile da fare

Purtroppo per Kiev è molto difficile riportare in patria gli ucraini fuggiti e mandarli a combattere. Infatti fino al 2026 godono della protezione umanitaria dell’Unione Europea per i rifugiati. Dunque c’è un ostacolo burocratico piuttosto grosso, oltre alla resistenza che i cittadini stessi oppongono alla mobilitazione interna. Il governo sta provando ad aggirare questi problemi con degli accorgimenti legislativi, come l’abbassamento dell’età di leva obbligatoria e la sospensione dei servizi consolari all’estero. In questo modo molti più uomini sono di fatto costretti a tornare e mettersi a disposizione.

Paradosso logistico

Creare nuove brigate con forze fresche appare sulla carta come un’idea vincente. Paradossalmente, invece, va a peggiorare la situazione complessiva dell’esercito ucraino. Infatti le unità militare già esistenti e in affanno si vedono privare dei soldati di cui hanno impellente necessità. E resta l’incognita di quali e quanti maschi saranno effettivamente coscritti. Gustav Gressel, politologo ed esperto militare, sostiene che gli ucraini presenti in Germania non andranno a comporre tali brigate, ma resteranno dove sono. Fonte: https://strumentipolitici.it/idea-di-kiev-per-ricostituire-un-esercito-in-disfacimento-mobilitare-i-rifugiati-in-europa/