Comincia con una nuova serie di dati macro a tinte miste la settimana della Cina. I report sull’attività manifatturiera e quello dei servizi evidenziano ancora una certa fragilità della crescita dell’economia cinese.
I dati sull’economia cinese
Nel mese di agosto l’indice PMI manifatturiero è sceso a 49,1 dal 49,4 di luglio. Il mercato si aspettava invece una crescita minima (a 49,5), anche se comunque era pronto per il quarto mese consecutivo di contrazione dell’attività manifatturiera, ma non che sarebbe stato al ritmo più marcato da febbraio.
Il PMI dei servizi invece sorprende in positivo, perché il valore di 50,3, oltre a segnare il ventesimo mese di fila in cui c’è espansione, è anche superiore al livello di luglio (50,2) e alle previsioni del mercato (50,0).
A completare il quadro c’è poi il sondaggio privato Caixin, che evidenzia una crescita del manifatturiero generale cinese a 50,4 rispetto al 49,8 di luglio. Il valore è superiore alle attese e segna il passaggio dalla fase di contrazione a quella di espansione, facendo pensare che le aziende private più piccole potrebbero sperimentare una ripresa più stabile in futuro.
Il quadro resta debole
Questi report continuano a evidenziare le problematiche che affliggono da tempo l’economia cinese. La crescita resta molto limitata, e considerando l’ambizioso obiettivo di crescita economica del governo, le sfide e le difficoltà nella stabilizzazione della crescita nei prossimi mesi saranno notevoli.
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La reazione del mercato
Dopo i report macro di questo lunedì, il rendimento dei titoli di stato cinesi a 10 anni è sceso al 2,16%, toccando il minimo di una settimana.
Intanto l’andamento dello Yuan sul mercato valutario è stato fiacco. Il cambio rispetto al dollaro, USDCNY, è risalito ancora superando la quota di 7,11. Il rapporto tra le due valute si allontana ulteriormente dal minimo di oltre un anno che aveva raggiunto la scorsa settimana, e da allora sembra stia formando un pattern pennant trading.
L’indebolimento della valuta cinese dipende anche dal contemporaneo rafforzamento del dollaro americano, dopo che i dati hanno ridimensionato le aspettative di tagli aggressivi dei tassi da parte della Fed in seguito agli ultimi dati sull’inflazione.