L’Emilia-Romagna sta vivendo uno dei peggiori episodi di inondazioni della sua storia recente, con migliaia di persone costrette a evacuare e danni estesi a infrastrutture e abitazioni. Tuttavia, le cause di questa devastazione vanno oltre le piogge torrenziali e l’aumento dei livelli dei fiumi. Dietro questa crisi si nascondono una serie di fattori che comprendono non solo il cambiamento climatico, ma anche l’attività sismica, lo scioglimento dei ghiacciai e l’impatto delle attività umane sul territorio. Per comprendere appieno la portata di questa emergenza, è necessario analizzare tutti questi elementi insieme.
Cambiamenti climatici e inondazioni: la connessione ovvia
Il legame tra cambiamenti climatici e inondazioni è ben documentato. L’aumento delle temperature globali sta intensificando le tempeste, portando a piogge più pesanti e a inondazioni più frequenti. Come spiegato in vari rapporti, regioni come l’Europa e gli Stati Uniti hanno assistito a un aumento esponenziale degli eventi meteorologici estremi negli ultimi decenni. L’incremento delle precipitazioni estreme rende il suolo saturo, incapace di assorbire altra acqua, scatenando così le inondazioni.
In Europa, la crisi climatica ha portato sia a siccità estreme che a inondazioni senza precedenti. I dati recenti mostrano che Paesi come Belgio, Germania e Paesi Bassi hanno subito devastanti inondazioni nel 2024. In soli due giorni, regioni che avevano sperimentato severe siccità sono state sommerse da enormi quantità di acqua, mentre le tempeste hanno devastato diversi Paesi europei. Questo forte contrasto tra siccità e inondazioni evidenzia l’estrema volatilità del clima odierno.
Attività sismica: un fattore trascurato
Oltre ai cambiamenti climatici, l’attività sismica gioca un ruolo cruciale nello scatenare le inondazioni. L’attività sismica sul fondo oceanico è in aumento, in particolare lungo le dorsali medio-oceaniche. Le ricerche indicano che questa attività sismica sta riscaldando le acque oceaniche, contribuendo all’innalzamento del livello del mare e all’alterazione dei modelli meteorologici.
Arthur Viterito, professore specializzato nello studio del legame tra attività sismica e clima, ha osservato una significativa correlazione tra l’aumento dei terremoti nelle dorsali medio-oceaniche e l’incremento delle temperature globali. Questo fenomeno è iniziato nel 1995 e continua ancora oggi. Il calore generato dall’aumento dell’attività vulcanica e sismica sta gradualmente riscaldando gli oceani, causando uno scioglimento più rapido dei ghiacciai. Questi ghiacciai in scioglimento innalzano il livello del mare, rendendo le regioni costiere più vulnerabili alle inondazioni.
Lo scioglimento della criosfera: il contributo glaciale
Uno dei maggiori contributi alle inondazioni globali è il rapido scioglimento dei ghiacciai, in particolare in Groenlandia e Antartide. Gli scienziati hanno notato che la calotta glaciale antartica, che è rimasta stabile per migliaia di anni, sta ora rapidamente sciogliendosi a causa dell’aumento delle temperature globali e del riscaldamento geotermico sottostante. Questo scioglimento causa un aumento del livello del mare globale, con conseguenti inondazioni nelle regioni costiere che in passato erano sicure.
Anche la Siberia sta vivendo un riscaldamento senza precedenti proveniente dalle profondità della crosta terrestre, accelerando lo scioglimento del permafrost. Questo fenomeno è principalmente guidato dal calore che si irradia dal sottosuolo terrestre. Man mano che il permafrost siberiano si scioglie, rilascia enormi quantità d’acqua che finiscono nei fiumi, laghi e oceani, contribuendo all’aumento del livello dell’acqua a livello globale?.
Piogge estreme: una conseguenza diretta del riscaldamento atmosferico
L’atmosfera riscaldata trattiene più umidità, portando a piogge più intense. In regioni come la California e il Colorado, dove una lunga siccità ha prosciugato il suolo, le piogge improvvise sono particolarmente distruttive. Il terreno secco diventa impermeabile, causando deflussi invece di essere assorbito, e questo porta a inondazioni improvvise.
In California, ad esempio, nonostante anni di siccità, nel 2024 si sono registrate precipitazioni record che hanno portato a inondazioni devastanti, costringendo milioni di persone a evacuare. Gli esperti sottolineano che molte regioni non dispongono di infrastrutture adeguate per affrontare questi cambiamenti improvvisi da siccità a inondazioni.
L’impatto delle attività umane: urbanizzazione e deforestazione
Oltre ai fenomeni naturali, come l’attività sismica e i cambiamenti climatici, anche le attività umane, come l’urbanizzazione e la deforestazione, aggravano il rischio di inondazioni. Le città con sistemi di drenaggio inadeguati sono particolarmente vulnerabili. Man mano che le aree urbane si espandono, le pianure alluvionali naturali vengono cementificate, riducendo la capacità del terreno di assorbire l’acqua. Ciò aumenta il deflusso superficiale durante le tempeste.
La deforestazione, in particolare nelle regioni tropicali, gioca anch’essa un ruolo significativo. Gli alberi agiscono come una barriera naturale, assorbendo l’acqua e prevenendo le inondazioni. Quando le foreste vengono abbattute per fare spazio all’agricoltura o allo sviluppo urbano, c’è meno vegetazione per assorbire l’acqua piovana, il che aumenta il rischio di deflusso e di inondazioni.
Cicli naturali: il ciclo climatico di 12.000 anni della Terra
Un fattore spesso trascurato è costituito dai cicli climatici naturali della Terra, che hanno un profondo impatto sui modelli meteorologici e sulle inondazioni. Studi dimostrano che la Terra attraversa cambiamenti climatici significativi ogni 12.000 anni, e attualmente ci troviamo nel bel mezzo di uno di questi cicli. Questi cambiamenti sono caratterizzati da eventi meteorologici estremi, inclusi piogge più intense e inondazioni.
Le ricerche di vari scienziati indicano che questi cicli non sono interamente dovuti alle attività umane, ma fanno parte dei processi geofisici naturali della Terra. L’aumento dell’attività vulcanica, dei terremoti e dei cambiamenti nel campo magnetico terrestre sono tutti segnali di un ciclo climatico naturale che sta esacerbando la crisi attuale delle inondazioni.
Conclusione: una crisi multifattoriale
La crisi delle inondazioni globali è il risultato di una combinazione di fattori, sia indotti dall’uomo che naturali. I cambiamenti climatici, l’attività sismica, lo scioglimento dei ghiacciai, le piogge estreme e l’urbanizzazione contribuiscono tutti all’aumento della frequenza e della gravità delle inondazioni. Affrontare queste problematiche richiede un approccio multifattoriale che includa infrastrutture migliori, la conservazione ambientale e una comprensione più approfondita dei cicli naturali della Terra.
Mentre la situazione peggiora, diventa sempre più evidente l’importanza della cooperazione internazionale e delle misure proattive. L’umanità deve agire ora per mitigare l’impatto delle future inondazioni e di altri disastri legati al clima.
Fonti:
“SULLA PROGRESSIONE DEI DISASTRI CLIMATICI SULLA TERRA E LE LORO CONSEGUENZE CATASTROFICHE”
Crisi Globale. La Responsabilità | Forum Internazionale Online. 2 Dicembre 2023
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