Nell’intento di rendere omaggio al Festival Verdiano parmense e all’immenso genio Giuseppe Verdi, per sempre immortale, l’artista Daniel Mannini si è alacremente prodigato nella realizzazione di un’opera grafica in dedica, che è confluita come creazione testimonial in un progetto artistico a tema curato dalla dottoressa Elena Gollini, composto da un circuito di sezioni di scritti di approfondimento mirato e da una sezione audio di stimolante visione filosofico-esistenziale. È stato poi inserito uno scritto di Marco Bonini, facente parte del testo del suo spettacolo teatrale “Genesi” con una valenza interpretativa di ragguardevole portata suffragante. È stata attribuita e conferita particolare importanza anche ai concetti sempre molto sentiti e attualissimi di arteterapia e musicoterapia, che ormai fanno parte della concezione sociale collettiva in senso ampio e amplificato, rispecchiando la potenza universale del linguaggio artistico-musicale e di quanto benessere trasmette e sprigiona. A tal riguardo Daniel Mannini (www.danielmanniniart.it) è stato intervistato.
D: Un tuo commento di riflessione generale sui concetti di arteterapia e musicoterapia.
R: Credo che siano due forme espressive che portano al benessere psicologico e a una crescita personale, promuovendo l’idea che l’arte e la musica possono facilitare la comunicazione e le emozioni, creando un legame con l’altra persona. Sono mezzi che conducono a un’introspezione e a una comprensione più profonda di se stessi, a conoscersi meglio e quindi a migliorarsi. Sapere quello che siamo o che vogliamo essere è importante per il proprio percorso di vita. Nella modalità più inconscia combattiamo le nostre paure, insicurezze e altre emozioni attraverso l’arte e la musica, perché non c’è cosa più emozionante della creazione: una tua parte che nasce dall’interno viene concepita con la realizzazione di ciò che possiedi. Questo è senza ombra di dubbio la dote più naturale che abbiamo.
D: Tra i capolavori eccelsi e sublimi di Giuseppe Verdi quale preferisci e perché?
R: Partendo dal presupposto che le opere di Verdi siano immense e senza tempo, è difficile fare una scelta ed credo che tutto si basi sul gusto personale. Da piccolo mi ricordo che “Va, pensiero” è stato uno dei primi ascolti di musica classica e per me esisteva solo questa composizione. Poi crescendo, con la curiosità di ascoltare, ho apprezzato molto “La Traviata” la storia d’amore tra Violetta e Alfredo che affronta diversi temi tra cui l’amore e la società, gli stessi affrontati anche nell’attualità. I protagonisti hanno una propria sfumatura emotiva e conducono a una riflessione della condizione umana, come la rappresentazione di diversi stati emotivi sociali. Questo tema rimane palpabile all’interno delle opere di Giuseppe Verdi, e questo si aggiunge al motivo, insieme alla bravura di compositore, per cui nutro un’ammirazione per questo personaggio, perché attraverso l’arte ha dipinto la realtà che aveva intorno.
D: Un tuo commento di riflessione sull’ideale di Risorgimento italiano che Giuseppe Verdi ha rappresentato e incarnato nel suo ruolo iconico di artista musicista del suo tempo e della sua epoca.
R: La figura di Giuseppe Verdi è un simbolo emblematico del Risorgimento Italiano, sia per la musica ma anche per la cultura in generale, in quanto l’espressione artistica ha una propria identità, la stessa combattuta per la ricerca della propria libertà e indipendenza. Tornando al citato “Va, pensiero”, penso che sia un simbolo del nostro Paese, un canto di unione del popolo, e forse è anche per questo che è stata una dei primi brani che ho sentito, perché è riuscito a ramificarsi all’interno della nostra cultura. Grazie alla musica, Verdi ha potuto esprimere il sentimento del tempo, come un portavoce e grazie ad essa è diventato uno strumento di cambiamento sociale, che vede il Paese lottare per la sua dignità. Questo modo di affrontare il tema sociale lo conduce senza ombra di dubbio a essere una figura rilevante per la storia e per le generazioni future. Verdi mostra come l’arte, espressa in ogni forma, possa essere uno strumento fondamentale per cambiare o mettere in primo piano i bisogni del popolo, perché attraverso l’espressione del nostro pensiero portiamo voce a chi non può essere ascoltato.