Acquisire un proprio stile e una propria forza di comunicazione espressiva esclusiva e caratteristica, che si rende unica nella sua orchestrazione globale è certamente molto qualificante per un artista, che desidera emergere facendo leva sul potenziale di risorse soggettive individuali e sulla componente di personalizzazione originale e inedita, che lo rendono subito e immediatamente riconoscibile e subito e immediatamente distinguibile in maniera palese e lampante. Ogni vero artista vuole in qualche modo essere diverso e staccarsi dagli standard e dagli stereotipi massificanti e vuole fare arte sui generis, avere un’impronta e un imprinting non sdoganato e non infrazionato, vuole riuscire a trovare e consolidare una propria nicchia e recuperare uno stile tutto suo, non emulativo e non copiativo. È dunque plausibile per chi come Daniel Mannini (www.danielmanniniart.it) desidera essere apprezzato per lo stile personale e per la cifra stilistica personalizzata, fare scelte ponderate e riflettere su come proseguire nel cammino di ricerca e di sperimentazione sulla scia di questa direzione pregevole. Da qui è scaturita un’intervista a tema molto interessante.
D: Qual è il tuo punto di vista sul concetto di stile creativo personalizzato con esclusività e unicità?
R: Quello che determina il percorso di un’artista è basato sulla sua unicità espressiva e di dialogo con lo spettatore. In tutti gli ambiti viene preso spunto da un qualcosa che ci incuriosisce approfondire, ma la vera differenza è quella di non appropriarsene ma di ispirarsi e abbinare il giusto abito alla propria personalità. Anche al giorno d’oggi vediamo questa emulazione di grandi maestri o di modelli che seguono le mode, ma il risultato è quello di un appiattimento delle idee e degli stili che non producono niente di buono per l’evoluzione dell’arte stessa. L’esempio che mi hanno insegnato è quello riguardante le famose tele con i tagli di Lucio Fontana: ognuno può dire di poterlo fare, ma il primo rimarrà sempre Fontana e l’opinione espressa è dovuta solo dal guardare il superfluo e non l’intensità di ogni singolo taglio.
D: Nel tuo percorso di ricerca sperimentale senti di essere riuscito a sviluppare una certa originalità individuale?
R: Come dico sempre, ogni singola realizzazione è un passo per migliorarsi ed evolvere la propria percezione artistica. Da quando ho intrapreso questo percorso posso dire di essere arrivato a un punto in cui il passaggio dall’astratto al figurativo mi ha aperto le porte per poter esprimere al massimo le mie idee e ciò che voglio portare avanti, seguendo semplicemente una tecnica che ho sempre ammirato e voluto approfondire da quando ho avuto il piacere di conoscerla e la curiosità nel metterla in atto. Sicuramente posso dire che non c’è nessuna imitazione di idee quando mi applico a un nuovo lavoro, ma questo giudizio di originalità spetta agli altri dirlo o se vedono i miei lavori come una replica di tanti altri visti in precedenza o nella contemporaneità. Ciò che porto a completamento del lavoro è ciò che sento e ciò da cui sono ispirato, ovvero la realtà circostante del nostro tempo.
D: Nel mondo artistico attuale si sta riscontrando purtroppo un’emulazione copiativa in crescendo e in aumento esponenziale. Quale causa a monte ritieni possa esserci?
R: I motivi possono essere molteplici e per quello che mi riguarda è anche un discorso di espansione comunicativa attraverso l’uso di internet, dove possiamo trovare le informazioni in modo del tutto semplice e veloce. Se da una parte è una cosa positiva, dall’altra c’è il rischio nella ripetizione di un qualcosa già visto. Molto dipende anche dalla persona stessa che intraprende questo percorso, perché non è detto che se un certo modello ha la sua maggior visibilità rispetto ad altro, allora deve essere preso come unica chiave di lettura. La mancanza di spirito d’iniziativa è sicuramente dovuta a tutto questo, il voler tutto e subito anche al costo di sembrare uguali, perché quello che conta è il risultato e non la sua funzione principale, cioè quella di far esprimere l’emozione e la riflessione a una tematica.