Proposte politiche di mobilitazione delle donne a Kiev

Nemmeno dopo l’abbassamento dell’età della coscrizione l’esercito ucraino è riuscito a ottenere sufficienti forze nuove da schierare. Così, alcuni politici e attivisti, pure di sesso femminile, stanno proponendo di obbligare alla leva anche le donne. Ve ne sono già a combattere al fronte, ma i numeri sono molto bassi.

Finirà l’assistenza americana

La vittoria di Trump ha scoraggiato tutti coloro che speravano di dare a Kiev altre armi e altri finanziamenti, pressocché all’infinito come avvenuto finora. In realtà, i volumi stanno già diminuendo oggi e probabilmente una vittoria Dem non avrebbe cambiato le cose. Persino l’editorialista dello Washington Post David Ignatius dice che occorre prendere atto che l’Ucraina in un modo o nell’altro è destinata a perdere. Al Pentagono hanno valutato che Kiev ha abbastanza soldati per altri 6 o al massimo 12 mesi.

Donne combattenti

Le donne sono già presenti nell’esercito e addirittura in prima linea, ma soltanto su base volontaria. Le poche che devono essere iscritte nei registri di arruolamento sono quelle della professione medica o di pochi altri settori specifici. Vi sono alcune che sono addirittura veterane, che comandano plotoni da 25 uomini, come quelli dei gruppi dei droni da ricognizione. Ma sono poche e isolate, mentre ora si pensa di estendere la loro presenza in vari campi. Tutto, pur di dare più combattenti alle forze del generale Syrskyi.

Mobilitazione al femminile

Il generale Valery Zaluzhny, che guidava l’esercito e che oggi è ambasciatore a Londra, non esclude la mobilitazione forzata delle cittadine ucraine.Lo ribadisce la deputata Maryana Bezuhla, secondo cui non chiamare al fronte le donne significa discriminare gli uomini. Altri chiedono di ispirarsi al modello di Israele, dove tutti devono servire nell’esercito. Ma oggi a Kiev manca l’appoggio che Washington dà a Tel Aviv. Fonte: https://strumentipolitici.it/a-kiev-propongono-la-mobilitazione-di-massa-anche-per-le-donne/