Quotazioni dell’oro in rialzo, la correzione è finita o riprenderà?

Dopo alcuni giorni fiacchi, le quotazioni dell’oro sono tornate a salire sul riaccendersi dei timori riguardo al conflitto tra Russia e Ucraina, dopo le decisioni prese dall’amministrazione Biden.

Cosa succede alle quotazioni dell’oro

utilizzi dell'oroIl governo statunitense ha autorizzato l’Ucraina ad utilizzare come strumento di controffensiva dei missili a lungo raggio in territorio Russo. Tutto questo ha fatto innalzare il livello di tensione nell’area, visto che Putin ha minacciato nuovamente il ricorso al nucleare. La tensione crescente ha alimentato così la ricerca di beni rifugio sui mercati. Ciò ha spinto al rialzo le quotazioni dell’oro.

Effetto Trump (negativo) sull’oro

Negli ultimi 10 giorni il valore del lingotto si era ritirato dal record storico di 2800 dollari per oncia dopo l’elezione di Donald Trump. Le politiche economiche economiche del prossimo presidente statunitense sono considerate fortemente inflazionistiche, e questo potrebbe complicare i piani della Federal reserve. Ciò ha provocato un aumento del valore del dollaro, e di conseguenza Il calo della quotazione dell’oro. Il lingotto è sceso fino a 2550 dollari prima dello scorso weekend, segnando la settimana peggiore degli ultimi tre anni (-4%), con tanto di candela hanging man trading settimanale.

Anche le crypto pesano

Nello scenario ribassista per le quotazioni dell’oro c’entra anche il boom delle criptovalute, alimentato dal forte appoggio che Trump ha negli ultimi mesi esternato nei confronti di questo tipo di asset finanziario. Il prezzo del Bitcoin è volato a 93.000 dollari, attirando anche risorse che in precedenza erano investite nell’oro (i cryptoasset possono essere negoziati anche sui broker opzioni binarie Italia).

Scenario

Il calo delle quotazioni dell’oro secondo gli esperti tuttavia non compromette il quadro complessivo che è ancora rialzista. Molti dei fattori che finora hanno alimentato una corsa del lingotto sono ancora presenti, in special modo i timori riguardo una recrudescenza dell’inflazione e il pericolo che il debito pubblico finisca fuori controllo, nonché l’instabilità geopolitica.

Per questo motivo alcuni analisti, in primis quelli di Goldman Sachs, ritengono ancora che il metallo prezioso potrebbe giungere anche a quota 3000 dollari per oncia entro la fine di quest’anno, anche sotto la spinta della richiesta delle banche centrali. L’agenzia statunitense ha inserito l’oro tra i migliori trade di materie prime anche per il 2025, nella convinzione che potrà estendere ulteriormente i guadagni anche durante la presidenza Trump.