ALCUNELACUNE: “COOLAGE N.1” è il disco con cui l’artista milanese torna sulle scene musicali

Navigando sulle “alcune lacune” della vita quei vuoti che sembravano incolmabili ora prendono forma, volume, peso, voce.

Release album 14 gennaio

 

«A chi mi chiede che genere faccio rispondo “coolage”». 

alcunelacune sceglie di intitolare proprio con questo neologismo il disco con cui si presenta, tornando sulla scena musicale dopo una ricca avventura, con questo progetto totalmente nuovo, che del passato conserva l’esperienza e un gruppo di musicisti eccellenti, capaci di arricchire ogni brano in arrangiamento e colore. 

Il coolage è un’attitudine più che un genere musicale, una tensione più che una tendenza, un modo più che una moda.

Il coolage tiene insieme immagini, suoni e parole che arrivano da luoghi, momenti e situazioni differenti. È un modo per mischiare, prendere in prestito, ispirarsi a musiche legate a territori e culture anche lontane. 

Coolage è un’attrazione per la musica popolare, per una culla che accoglie, una casa che conservi, un linguaggio che permetta di essere compresi. Nasce dal desiderio di “appartenere” ed interpretare a modo proprio qualcosa di condiviso, senza perdersi alla ricerca di soluzioni a tutti i costi “innovative” con l’ausilio di strumenti ormai onnipotenti. E’ la ricerca di sé in altri luoghi, in altri tempi, nell’altrove e nell’altro.

Coolage non può prescindere dai rapporti, sia di collaborazione che di amicizia, per rendere sempre attuali i “bei tempi” e non doverli archiviare tra le esperienze “del passato”.

È la volontà di essere ovunque e in qualunque momento, per ritrovare il valore insito in ogni cosa e gustare a pieno il presente e non vivere come turisti che, al termine del viaggio, tornano alla quotidiana routine, guardando con nostalgia le foto delle vacanze destinate ad ingiallire nel tempo. 

Coolage è un tentativo musivo fatto di mancanze, non di conoscenza. Di tensioni più che di elementi, di persone più che di stili. 

Per questo COOLAGE N°1, che esce dopo anni di “silenzio” è un insieme non ordinato, non preciso, di elementi che vogliono colmare le lacune. Una tensione esigente, che avvicina le melodie napoletane con i ritmi caraibici, la musica popolare, il blues, la bossanova, nell’impossibile tentativo di colmare i vuoti con la curiosità, l’ascolto, la ricerca e il prezioso aiuto di musicisti e artisti in situazioni, luoghi e momenti diversi.

 

TRACK by TRACK 

 

Watch out (Andrea Ricci)

Un brano che si è scritto da solo. Di notte. Mentre Morfeo sta già accogliendo gli assonnati fra le sue braccia i genitori si trasformano in mostri pieni di paure, carcerieri insicuri ed egoisti che costruiscono gabbie dorate per una figlia. Raccomandazioni e protezione, si trasformano in minacce che precludono la possibilità di vivere avventure, il romanticismo, emozioni e sentimenti. Una vera sciagura.

 

Il suono che fa (Andrea Ricci – Manfredi Perrone)

Spesso le idee fanno fatica a prendere forma e restano lì a infastidire da dentro.

Per fortuna a volte capita che qualcuno faccia lo sforzo di venire a curiosare tra gli appunti e generosamente si appassiona a una melodia, a un giro armonico, un’atmosfera.

Così nasce questo brano a quattro mani, una storia che parla della coppia stanca legata al passato, ai ricordi e a sensazioni provate “tempo fa”.

 

Dimentica (Andrea Ricci – edizioni La Bionda Music srl)

Una danza passionale che racconta di un tradimento, scritto vent’anni fa insieme ad altri brani per il disco di una ex, prodotto dai Fratelli La Bionda e colorato oggi di nuove sfumature. Una canzona “antica”, in tutti i sensi. Tra gli amici è una hit.

 

Gioco di prestigio (Andrea Ricci)

«L’amore non conviene». Non importa che la frase sia pronunciata da qualcuno o provenga da una voce interiore, una volta che il pensiero entra in testa alimenta la paura, cresce la diffidenza e l’incapacità di lasciarsi andare. Ma ci sono forze a cui non si può resistere e per quanto incerto, impreparato, pieno di dubbi, non resta che arrendersi a ciò che è più magico di qualunque trucco.

 

Ride on (Andrea Ricci – Manfredi Perrone)

Ride on è la storia dell’uomo dei forse.

Manfredi Perrone racconta la storia di un personaggio nato dalla penna di alcunelacune, Maybe Man, che vive una vita in potenza, esiste al condizionale.

 

Rosso di sera (Andrea Ricci)

Il primo pezzo scritto quando dopo aver lasciato i Vallanzaska per tuffarsi in una nuova e personale avventura. Con alle spalle gli ascolti degli album della Mano Negra e Manu Chao come idolo il sogno era di vivere un’esperienza totalizzante come la loro, invece di passare le notti a muovere i primi passi con la chitarra in camera, da solo.

 

Lucky clover (Andrea Ricci – Manfredi Perrone)

Basta paranoie! Viva il palco, la banda, la festa.

Le parole sono di Manfredi Perrone che ha dato corpo ad un’idea embrionale di alcunelacune. Una rincorsa lunga una vita all’Amore che sempre nasce e svanisce, con i desideri e le promesse. Una febbre che sale, una pulsazione che accompagna per tutta la vita passata stringendo in mano un quadrifoglio in cui si ripone ogni speranza di afferrare ciò che continua a sfuggire.

 

Coltivare (Andrea Ricci)

Dubbi amletici di un piccolo borghese contemporaneo. Coltivare il proprio orto o andare incontro all’ignoto? Incontrare o fuggire? Gridare o tacere? Trovarsi nell’infinitamente grande o perdersi nell’infinitamente piccolo? Ma è proprio vero che oggi tutto ci è possibile? O invece la storia va avanti e decide per noi e a noi non resta che metterci comodi e goderci lo spettacolo?

In questa traccia registrata al Mai Tai Studio con Gianluca Mancini si sente la volontà di lasciarsi trasportare per sentirsi liberi.

Nel disco hanno suonato

Valentina Colorni – cori

Gianluca Mancini – tastiere

Donato Brienza – chitarra

Stefano Fascioli – basso e contrabbasso

Lucio Sagone – batteria 

Marco Bergamaschi – percussioni

 

Registrato da Gianluca Mancini presso il Mai Tai studio di Milano

 

Autoproduzione

Release album: 14 gennaio 2022

 

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Bandcamp alcunelacune.bandcamp.com

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BIO 

Napoletano di nascita, milanese di adozione, vive l’infanzia e la prima adolescenza sentendosi sempre straniero: “un terrone” a Milano e “il milanese” per la famiglia napoletana.

Dal 1986 al 1998 suona da autodidatta prima la batteria e poi il sax tenore in varie formazioni riuscendo comunque a diplomarsi e a iscriversi alla Facoltà di Architettura al Politecnico di Milano. Nel 1994/95 è a Lisbona, dove suona il sax on the road,  comincia a mettere le mani sulla chitarra e a scrivere le prime canzoni. 

Dal 1996 al 1999 milita nel gruppo ska milanese Vallanzaska collaborando alla scrittura musicale e dei testi nel disco “Cheope”.

A cavallo tra il XX e il XXI secolo scrive i primi brani per Susanna Colorni, in arte Suso, della quale i fratelli Carmelo e Michelangelo La Bionda producono il primo disco presso il mitico studio Logic di Milano.

Nel 2003 comincia a lavorare al suo progetto, i Solidamòr.

Nel 2004 esce il primo disco “Solidamòr” (Akwaba Records – distribuzione Sony). Nel 2005 con gli amici della Saphary De Luxe (l’agenzia di booking della band) è tra i soci fondatori del Circolo Arci Magnolia.

Nel 2006 con Saphary De Luxe pubblica il secondo album dei  Solidamòr, “One Man Show” (distribuzione Venus).

Nel 2008 diventa padre per la prima volta. Chiude l’esperienza Solidamòr e lascia il Circolo Magnolia per dedicarsi alla famiglia e riprendere in mano gli studi. 

Nel 2011 diventa padre la seconda volta.

Nel 2019 entra in studio (dietro il mixer il suo vecchio socio Vallanzaska Gianluca Mancini).

Nel 2021 escono due nuovi singoli: “Gioco di prestigio” e “Dimentica”. 

 

Fonte: www.laltoparlante.it