“L’AMAP esige consapevolmente dagli utenti i pagamenti relativi a servizi inesistenti, quali la depurazione e la fognatura nei tratti di strada dove la linea non c’è : richieste inaccettabili, anche alla luce dei reiterati solleciti all’azienda a procedere alla rimozione delle voci in bolletta, l’ultimo dei quali trasmesso lo scorso dicembre”.
Lo afferma, in una nota, l’avvocato Andrea Piazza, responsabile regionale del Dipartimento Legalità e Antimafia della Democrazia Cristiana Nuova in Sicilia.
Le proteste dell’avvocato palermitano, in realtà, risalgono al 2019.
“Anno in cui – spiega – ho personalmente inoltrato un esposto denunzia penale: successivamente, in sede civile in giudizi promossi dagli utenti, il Tribunale di Palermo ha condannato l’AMAP a restituire agli stessi i canoni di depurazione, per una prestazione che non è stata eseguita”.
“I cittadini – aggiunge Andrea Piazza – da tempo si fanno carico, inoltre, del pagamento della voce fognatura anche laddove la linea risulta inesistente”.
“Ho chiesto la rimozione della voce in bolletta – spiega ancora – per le vie e i tratti di strada non coperti dal servizio”.
“Ho chiesto la rimozione della voce in bolletta – spiega ancora – per le vie e i tratti di strada non coperti dal servizio”.
Tra le richieste formulate dall’avvocato, la pubblicazione di una mappatura delle linee fognarie: ovvero, un elenco analitico per indicare con chiarezza al cittadino quali strade o tratti siano sprovvisti della linea, per agevolare il singolo utente a comprendere se sia destinatario del servizio oppure no.
“Sarebbe utile capire – si legge nel sollecito dello scorso 7 dicembre – in virtù di quale criterio oggettivo siano state programmate le opere impiantistiche pubbliche e se, nei decenni passati, siano stati eseguiti interventi pubblici fantasma, ovvero soltanto sulla carta”.
“Ad oggi, in considerazione dei diffusi allagamenti che affliggono la città quando piove in abbondanza – sottolinea l’esponente della Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro – non vi è traccia di interventi significativi sul territorio: piuttosto, va segnalato il pericolo per l’incolumità pubblica nel caso, sempre più frequente, di allagamenti”.
Nell’aprile scorso e nuovamente nel mese di dicembre del 2021 – con lettera pec supportata da documentazione e inviata per conoscenza anche al sindaco Leoluca Orlando – l’AMAP è stata sollecitata ad adempiere.
“L’amministrazione comunale – puntualizza l’avvocato – in via interlocutoria attende i chiarimenti dall’azienda, di contro l’AMAP non replica nè assume una posizione rispetto alle legittime richieste di riduzione in bolletta, continuando a pretendere il pagamento per prestazioni inesistenti”.
“L’amministrazione comunale – puntualizza l’avvocato – in via interlocutoria attende i chiarimenti dall’azienda, di contro l’AMAP non replica nè assume una posizione rispetto alle legittime richieste di riduzione in bolletta, continuando a pretendere il pagamento per prestazioni inesistenti”.
“Anche l’addebito in bolletta del servizio di depurazione – precisa – merita un chiarimento urgente”.
” Il 12 maggio del 2020 – prosegue – l’ingegnere Enrico Rolle era stato infatti nominato commissario unico per la depurazione, ma non risulta che in città si sia provveduto al ripristino dell’equilibrio ecologico delle acque reflue”.
“É inverosimile – aggiunge – la posizione assunta dall’azienda che, ad esplicita richiesta di esenzione, ad esempio nella ipotesi di inesistenza della linea fognaria, pretende innanzitutto il pagamento, chiedendo all’utente, al fine di essere esentato, di dimostrare che scarica in conformità delle prescrizioni di legge mentre il presupposto del pagamento di un servizio pubblico è l’esecuzione del servizio medesimo”.
“Dunque, ammesso che l’utente dovesse scaricare in modo non conforme – chiarisce – come si dovrebbe valutare la posizione dell’azienda che, percependo l’importo non dovuto, avalla e non adotta alcuna misura per risolvere il problema ?”.
“Dunque, ammesso che l’utente dovesse scaricare in modo non conforme – chiarisce – come si dovrebbe valutare la posizione dell’azienda che, percependo l’importo non dovuto, avalla e non adotta alcuna misura per risolvere il problema ?”.
“Sarebbe opportuno – conclude – accertare, a tutela della cittadinanza, se ci si trovi dinanzi a una condotta penalmente rilevante e se sia legittimo imporre pagamenti per servizi pubblici non erogati”.