Nonostante l’evoluzione delle linee guida e i protocolli divenuti via via più stringenti, la percentuale dei casi di malasanità registrati in Italia e nel mondo è mediamente piuttosto alta: gli esperti dello Studio Legale Scaramuzzo fanno il punto della situazione.
Milano, aprile 2022 – Nei Paesi membri dell’Unione Europea l’incidenza dei casi di malasanità registrati dall’OMS oscilla tra l’8 e il 12% dei ricoveri. Non si dispone di dati certi relativi alla sola Italia, anche se diverse indagini segnalerebbero come superata la soglia dei 300.000 casi all’anno, distribuiti lungo tutta la Penisola con una concentrazione maggiore nelle aree più carenti di strutture e personale sanitario.
Gli esperti dello Studio Legale Scaramuzzo si occupano dal 1999 di sostenere i cittadini vittime di casi di malasanità. Riceve nelle sedi di Milano, Napoli e Roma e si rende disponibile a raggiungere su tutto il territorio nazionale i clienti impossibilitati a spostarsi. Infatti, se circa il 45% del totale dei casi di malasanità si registra nelle regioni del Sud, il 23% avviene nelle regioni del Centro e il restante 32% nelle regioni del Nord.
Per ciò che riguarda, più nello specifico, le motivazioni alla base di questi numeri, troviamo al primo posto errori nel corso di interventi chirurgici – circa il 39% dei casi totali – seguiti da diagnosi errate, errate terapie ed errate gestioni dei parti. Piuttosto allarmante anche il numero di casi di infezioni ospedaliere, 530.000 al giorno secondo le stime disponibili, pari al 6% del totale dei ricoveri. Un dato da non sottovalutare poiché conduce a circa 6.000 decessi all’anno, oltre ad allungare i tempi di degenza, ampliarne i costi e favorire danni e disabilità permanenti altrimenti evitabili.
Il tasso di mortalità in Italia riconducibile alla malasanità è nel complesso inferiore alla media europea, pur rimanendo su numeri molto elevati. Si calcolano infatti 42.000 decessi all’anno imputabili a mancanze ed errori all’interno del sistema sanitario. Le origini del problema sono principalmente da ricondurre a carenze strutturali, mancanza di posti letto e personale sanitario in numero insufficiente a garantire turni adeguati, con ricadute inevitabili, causa eccessiva stanchezza e stress, sulle prestazioni e l’attenzione necessaria a evitare errori.