Ernia tecniche chirurgiche Dott. Carlo Farina

Ernia

Ernia tecniche chirurgiche Dott. Carlo Farina

L’unico trattamento dell’Ernia inguinale è chirurgico.
L’intervento si chiama: ERNIOPLASTICA.
Esistono principalmente 2 tecniche per il trattamento dell’Ernia  inguinale:

ERNIOPLASTICA CON RETE

E’ la tecnica più utilizzata sia per i suoi brillanti risultati sia per la facilità di esecuzione. Una prerogativa di questo intervento è che può, nella maggioranza dei casi, essere eseguito in ANESTESIA LOCALE (cioè con delle iniezioni di anestetico locale solo sopra l’inguine).

Spesso il paziente ha timore di queste “punture” e l’anestesista lo aiuta con una leggera sedazione che evita al soggetto di vivere l’evento chirurgico come un trauma.
Attraverso una piccola incisione obliqua o orizzontale sopra l’inguine, di 3-5 cm, viene reintrodotto il viscere erniato nella cavità addominale.
La successiva riparazione attualmente è eseguita con una tecnica che contempla il posizionamento di una RETE in materiale non riassorbibile (ad esempio il polipropilene) che induce una reazione cicatriziale tale da creare una barriera che impedisce una ulteriore formazione erniaria.

La rete viene preparata in 2 pezzi: uno avvolto su se stesso a forma di cono che viene infilato nel tragitto dell’ernia, ed uno di forma rettangolare arrotondato su un margine che viene applicato sulla zona e fissata con un punto oppure con della colla.
La chiusura della ferita è eseguita con punti riassorbibili (non ci sono punti visibili sulla pelle) e cerottini impermeabili.

L’intervento generalmente dura 20-40 minuti.
Dopo l’intervento il paziente potrà andare a casa accompagnato, ma necessita di una serie di istruzioni sulle fasi del decorso postoperatorio, la cui comprensione è fondamentale per evitare che l’operato si senta “abbandonato” dal chirurgo.

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Informazioni post-operatorie dopo l’intervento di ERNIOPLASTICA CON RETE del Dott Farina

 

La parte operata rimane generalmente indolore per molte ore dopo l’intervento grazie all’anestetico locale. Prima della dimissione le è stato somministrato un antidolorifico che le permette di essere accompagnato a casa in macchina. Tornando a casa si ricordi di acquistare le medicine prescritte perchè vanno assunte dalla sera dell’intervento. Anche la mutanda elastica contenitiva per ernia inguinale va indossata immediatamente e tenuta giorno e notte per 5 giorni, poi solo di giorno per 30 giorni. Noterà che alcuni farmaci devono necessariamente essere assunti anche se non avesse fastidi, mentre altri solo in caso di necessità.

Per i primi due giorni, si riposerà tra il letto e la poltrona, mangiando cibi leggeri e posizionando del ghiaccio sull’inguine tre volte al giorno per un’ora. Dal terzo giorno le consiglio di camminare, uscendo anche di casa, perchè ciò favorisce una più rapida scomparsa dei fastidi nella zona operata. I fastidi si presentano specialmente durante i cambi di posizione da sdraiato a seduto e da questa alla posizione in piedi. Una volta assunta la posizione desiderata si sentirà meglio. Ovviamente tutti i disturbi sono maggiori per i pazienti operati per ernie bilaterali o inguinoscrotali.

L’incisione chirurgica è chiusa con punti intradermici ovvero interni che si riassorbono da soli (non ci sono punti visibili sulla pelle) ed è protetta da alcuni cerottini impermeabili bianchi (steristrips) al di sopra dei quali c’è una garza.

Il paziente deve fare la doccia dopo 3 giorni dall’intervento con tutta la medicazione, avendo l’accortezza di sostituire esclusivamente le garze lasciando gli steristrips che saranno tolti durante le medicazioni post-operatorie o cadranno durante le doccie entro 15 giorni. Dopo la doccia sostituisca il cerotto o la garza esterna semplicemente asciugando la parte. Non c’è bisogno di disinfettanti nè di cerotti impermeabili.

La rete utilizzata per questa operazione, rende la riparazione estremamente forte e solida immediatamente. L’attività sportiva verrà ripresa gradatamente alla fine del primo mese dall’intervento.

Dovrà evitare cibi troppo pesanti, bere almeno due litri di liquidi – acqua non gasata, the, succhi di frutta, brodo, ecc. – per i primi giorni, al fine di favorire le funzioni intestinali ed evitare gli sforzi per evacuare. Eventualmente potrà utilizzare una supposta di glicerina o un blando lassativo dopo il secondo giorno.  bustina la sera)

Si consiglia di evitare la guida della macchina per 5 giorni. Dopo l’intervento, e nei giorni successivi, il paziente potrebbe, osservare una serie di possibili situazioni:

• Dolore nella regione inguinale, sul fianco e verso i genitali: di varia intensità e controllabile con gli analgesici;

• Ecchimosi (colorazione blu-nerastra) sulla pelle della regione pubica, sul fianco, sullo scroto, sull’organo genitale: tende a scomparire in un paio di settimane;

• Gonfiore, talvolta molto evidente, nelle stesse regioni: regredisce dopo 1 – 2 settimane (utile la borsa di ghiaccio).

• Qualche goccia di sangue sulla medicazione;

• Spesso possono essere presenti bruciori, piccole fitte e mancanza di sensibilità: tali effetti si attenueranno sino a scomparire nel giro di qualche settimana o qualche mese.

• A volte la ripresa dell’attività motoria può coincidere con la comparsa di dolori inguinali, che si attenuano e scompaiono in circa 10 giorni. Sono causati da assestamenti della rete sul muscolo in contrazione si possono verificare anche molto tempo dopo l’intervento.

• Febbre ( senza tremori e/o brividi di freddo): è la normale reazione dell’organismo allo stress operatorio.

Nella regione inguinale interessata, nel giro di una settimana si formerà un rilievo duro a forma di “salsicciotto” : questo è dovuto alla normale reazione cicatriziale dei tessuti. Tenderà a scomparire completamente nel giro di qualche mese. Tali eventi sono assolutamente normali e previsti. Non devono, pertanto, generare alcuna preoccupazione se presenti nella forma descritta.

Qualora alcune di queste situazioni dovessero assumere dimensioni notevoli (febbre a 39°C con brividi di freddo e/o tremori, dolore intenso e insopportabile, gonfiore abnorme, franco sanguinamento della ferita) il paziente dovrà avvisare prontamente l’équipe chirurgica.

 

ERNIOPLASTICA LAPAROSCOPICA

Eseguo questa tecnica prevalentemente nei casi di ernie inguinali bilaterali o recidive.
L’intervento consiste nel riparare il difetto erniario con una rete inserita nella parte interna del difetto invece che dalla parte esterna come nell’ernioplastica tradizionale.
La riparazione viene eseguita per via laparoscopica, inserendo gli strumenti e la rete attraverso tre piccoli fori di 0,5 cm , insufflando gas nell’addome.

La tecnica dal punto di vista funzionale ha un suo razionale:
E’ come riparare un foro in un pneumatico: generalmente si posiziona una “pezza” all’esterno del foro (ernioplastica tradizionale con rete) ma se potessimo posizionare la “pezza” dall’interno a chiudere il foro la riparazione sarebbe molto più resistente.
Gli svantaggi rispetto alla tecnica tradizionale sono rappresentati dalla necessità di un’anestesia generale e dai tempi operatori più lunghi. Quindi il confronto con la tecnica tradizionale è a favore di quest’ultima per le ernie singole, mentre è sicuramente più vantaggioso riparare un ernia bilaterale con tre miniincisioni invece di due incisioni inguinali di 4-5 cm.

Un discorso a parte merita la riparazione delle ERNIE RECIDIVE. E’ un intervento che richiede una certa esperienza poichè la zona da riparare è ricca di aderenze specialmente se è stata posizionata precedentemente una rete.
Reincidere esternamente è infatti moltoncomplesso, mentre eseguire l’intervento dall’interno, per via laparoscopica permette di lavorare in una zona ancora vergine.