C’è tempo fino all’8 agosto per pagare le rate della “Rottamazione-ter” e del “Saldo e stralcio” originariamente in scadenza nel 2021. “Chi riuscirà a saldare i debiti?”: l’approfondimento di Giampiero Catone sul quotidiano “La Discussione”.
Scadenze imminenti, Giampiero Catone: “Quale futuro per chi non rispetta i termini di pagamento?”
8 agosto e 30 novembre 2022: ecco le prossime scadenze da segnare in agenda. Per il termine del 31 luglio 2022 sono previsti i cinque giorni di tolleranza che consentono agli italiani di effettuare i pagamenti entro e non oltre il prossimo 8 agosto. “Vedremo a ottobre – scrive Giampiero Catone – quanti cittadini ce l’avranno fatta a saldare i debiti. Perché il popolo dei morosi più che di furbi e furbetti è una folla di persone in difficoltà i cui redditi sono stati negli ultimi due anni falcidiati”. Lo scorso 14 dicembre, ricorda il giornalista, oltre 500mila contribuenti non sono riusciti a saldare le rate 2020 e 2021 sospese durante i mesi della pandemia. Persone “decadute – precisano gli analisti finanziari – dai benefici di Rottamazione-ter e Saldo e stralcio e generando al contempo un ammanco per l’erario di 2.45 miliardi di euro”. Oggi, a mesi di distanza, la situazione economica delle famiglie e delle imprese italiane non sembra però essere migliorata. Cosa succederà a coloro che non riusciranno a rispettare i termini di pagamento? “Chi non paga”, spiega Giampiero Catone, “decade dai benefici delle sanatorie con la conseguenza che i versamenti effettuati saranno acquisiti a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto”. “La restante parte del debito – aggiunge – potrà essere riscossa immediatamente dall’Agenzia delle entrate riscossione ed il carico residuo non potrà essere ulteriormente rateizzato”.
Giampiero Catone: “Chiudere per ripartire”
Sono circa 140 milioni le cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate pronte a essere inviate: negli ultimi 20 anni i debiti totali accumulati da un numero considerevole di italiani con l’Agenzia superano i 1.000 miliardi. “Possibile – scrive Giampiero Catone – che si possano recuperare, e noi l’auspichiamo, più o meno 30 miliardi, che possono andare a sostegno di stipendi, pensioni e imprese, ma sarebbe un giro complesso, lungo, con il rischio che una parte dei soldi – come già accade – non andranno nemmeno alle fasce sociali più in difficoltà”. Secondo i dati, il 90% dei debiti è ormai irrecuperabile o già al centro di azioni esecutive, un condono tombale sarebbe quindi una concreta via d’uscita. “Chiudere per ripartire, perché altrimenti famiglie e imprese “chiudono” solo, senza poter ripartire”. “La Crif – continua Giampiero Catone – deve essere riformata e se ha ragione di esistere questa deve essere a favore del cittadino e non ostinatamente e burocraticamente contro persone e imprese”. “Essere pronti ad affrontare la realtà con saggezza – conclude – è quello che si chiede alla politica e, in particolare a un Centrodestra che aspira a Governare”.