In Bulgaria lo scenario politico è spaccato fra i partiti che sono euroatlantisti a tutti i costi e quelli che preferiscono mantenere un rapporto equilibrato fra est e ovest o restare più vicini a Mosca. E infatti a Sofia non si riesce a formare un governo stabile, ma da due anni si va avanti a forza di elezioni anticipate. Al momento, vi è un esecutivo ad interim nominato dal presidente Rumen Radev, che vede meglio per la Bulgaria una posizione di equidistanza rispetto alle pressanti richieste dell’Unione Europea e della NATO: la preferenza che lui dà alla cura degli interessi nazionali viene etichettata dai media occidentali come sudditanza verso la Russia, mentre si tratta solo di non farsi coinvolgere inutilmente nel conflitto e infatti Radev non ha firmato l’appello all’ingresso di Kiev nel Patto Atlantico e di tenere viva l’economia bulgara derogando alle sanzioni anti-russa per permettere alla Lukoil di operare i suoi distributori di benzina e rifornire gli enti di sanità e di sicurezza pubblica.
FONTE: https://strumentipolitici.it/la-bulgaria-revoca-le-sanzioni-al-carburante-russo-e-si-rifiuta-di-armare-lucraina/