- La contrazione riguarda principalmente le imprese individuali (-11,9% rispetto al corrispondente trimestre 2021), mentre le richieste provenienti dalle società di capitali restano sostanzialmente stabili (-0,8%).
- In decisa crescita (+18,45%) l’importo medio richiesto, che arriva a 123.691 euro.
- Quasi la metà delle richieste è stata presentata da imprese attive nel settore dei servizi e del commercio.
Bologna, 4 novembre 2022 – Superata l’emergenza liquidità, che aveva duramente colpito le imprese durante la fase più critica della pandemia inducendole ad incrementare la provvista di credito, nel III trimestre del 2022 il numero di richieste di credito presentate dalle imprese italiane ha fatto segnare una flessione del -4,6% rispetto al corrispondente periodo 2021.
Entrando nel dettaglio, la dinamica in atto riguarda principalmente le imprese individuali che, nel periodo preso in esame, fanno segnare un -11,9%, mentre le richieste provenienti dalle società di capitali si sono mantenute sostanzialmente stabili (-0,8%).Al contempo si riscontra una decisa crescita dell’importo medio richiesto, (+18,45%), che si è attestato a 123.691 euro.
Per quanto riguarda le imprese individuali, che rappresentano la spina dorsale del tessuto economico e produttivo nazionale, l’importo medio dei finanziamenti richiesti è risultato pari a 36.374 euro (in calo del -2,6% rispetto al corrispondente periodo 2021) contro i 163.891 euro delle società di capitali (+17,7%).
Queste le principali evidenze che emergono dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF, nel quale vengono analizzate in modo puntuale le istruttorie di finanziamento registrate in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF.
“La ripresa economica che si era consolidata nel 2021 aveva consentito un importante recupero del fatturato e dei margini delle aziende italiane, seppur con grosse differenze tra i diversi settori. In questi mesi, la dinamica inflazionistica sta spingendo verso l’alto i fatturati ma l’attuale contesto, caratterizzato da molteplici fattori di tensione, comporta una netta revisione al ribasso delle prospettive sul fronte della marginalità operativa, prevista per il 2022 in calo sia rispetto al 2021 che rispetto al 2019 – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF. “Sul fronte della domanda di credito, in questi mesi si è concretizzata la tendenza da parte delle imprese a chiedere un minor numero di prestiti ma, mediamente, di importo più elevato. Nel complesso, va segnalato come la frenata riguardi in particolare le imprese individuali, che in questa fase risentono maggiormente della situazione di incertezza e hanno ridotto sia il numero di prestiti richiesti sia il loro valore”.
Andamento delle richieste di credito da parte delle imprese italiane
Fonte: EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF
Andamento per settore delle richieste di credito dalle imprese
Tra i settori che si caratterizzano per volumi di richieste di credito particolarmente elevati, al vertice della graduatoria si collocano i Servizi, che rappresentano quasi un quarto del totale (il 23,7% per la precisione) malgrado una leggera flessione rispetto al III trimestre 2021 (1,4 punti percentuali in meno). Al secondo posto si posiziona il settore del Commercio, che rappresenta il 23,0% del totale delle richieste, a conferma di quanto l’erosione dei margini stia accentuando il bisogno di liquidità.
Al terzo posto troviamo invece il settore delle Costruzioni e Infrastrutture, che spiega il 17,9% delle richieste di credito presentate dalle imprese in quest’ultimo trimestre, con un‘incidenza sul totale richieste in sensibile aumento rispetto al 2021 (+ 1,7 punti percentuali). Questa dinamica riflette le prospettive creditizie che vengono previste in peggioramento e l’esigenza di nuova finanza anche a causa del progressivo venir meno delle misure straordinarie che avevano sostenuto il comparto nel 2021.
A seguire, troviamo il settore manifatturiero, con il 10,9% del totale, che si sta trovando ad affrontare le criticità derivanti dalla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dalla impennata dei costi dell’energia. Infatti, le imprese di questo settore già nel prossimo futuro dovranno iniziare a valutare piani di investimento per far fronte alla necessaria transizione ecologica e diminuire così la dipendenza dai combustibili fossili.
Nel complesso, i settori che presentano una minore incidenza sul totale delle richieste di credito presentate nel trimestre appena concluso sono quelli che si caratterizzano sia per una ridotta numerosità di imprese attive sul territorio nazionale, sia, come nel caso di quello farmaceutico, per la loro capacità di generare cash flow per loro stessa natura gestendo beni di prima necessità.
Distribuzione richieste di credito delle imprese italiane per settori merceologici
Settore | Distribuzione III trimestre 2022 | Distribuzione III trimestre 2021 |
AGRICULTURE | 6,6% | 7,1% |
MINING-OIL&GAS | 0,1% | 0,1% |
FOOD&BEV&TOB | 2,1% | 2,0% |
MANUFACTURING | 10,9% | 10,5% |
CHEMICALS&PHARMACEUTICAL | 0,3% | 0,3% |
CONSTRUZIONI/INFRASTRUTTURE | 17,9% | 16,2% |
COMMERCE | 23,0% | 23,6% |
ICT&MEDIA&TLC | 1,5% | 1,6% |
UTILITIES/POWER | 0,6% | 0,6% |
TRANSPORT/LOGISTICS | 4,7% | 4,7% |
SERVICES | 23,7% | 25,1% |
FINANCIAL SERVICES | 1,1% | 1,3% |
NON DISPONIBILE | 7,2% | 6,9% |
Fonte: CRIF