“Mezzanotte (UTC)” è il nuovo capolavoro pop di Mezzanotte

Ci sono canzoni capaci di arrivare dritte al cuore sin dal primo ascolto, brani in cui ad ogni singola parola corrisponde un’emozione. Battiti espressi in liriche, armonie e fraseggi tradotti in composizioni musicali destinate a rimanere parte della nostra storia, perché in grado di raccontarla, di raccontarci. Uno specchio interiore in cui si riflette tutto ciò che vive ai confini dell’anima, permettendo a ciascuno di noi di guardarsi dentro, senza maschere, filtri e pregiudizi e da cui il brillante cantautore bresciano Mezzanotte trae luci, ombre e riflessi regalandoci, release dopo release, la possibilità di scorgerci, di conoscerci un po’ meglio. Reduce dal successo di “Lockdown nel petto” e “Verità”, l’artista chiude il 2022 con “Mezzanotte (UTC)” (distr. ADA Music Italy), il suo nuovo singolo che rappresenta una vera e propria poesia contemporanea, ma ben oltre il concetto di tempo.

Scritto poco prima della pandemia dallo stesso artista con l’irrinunciabile collaborazione di Vigan Mehmedi, “Mezzanotte (UTC)” è una sublime e potentissima virata verso la parte più malinconica e solitaria del nostro Io, che mediante la sua rivelazione si esorcizza e trova pace, sollievo e comprensione, in uno sguardo che travolge i sensi per riportarli in vita, in un profumo che accarezza le fragilità rendendole peculiarità di cui innamorarsi, cessando di identificarle in difetti da celare dietro il sipario dell’insicurezza – «Scusa sai se mi perdo dentro i tuoi occhi, come il tuo profumo, ma quell’azzurro mi ricorda il mare e quel sapore mi ricorda il paradiso» -.

Il buio e il vuoto percepiti si scontrano con l’intensa luce di un paio d’occhi che riverberano amore, serenità e accoglienza, tra il desiderio di vivere e viversi pienamente – «se mi seguirai nella notte ti dimostrerò che io penso a noi» – ed il timore di non esserne all’altezza – «scusa sai se poi penso troppo e poi non riesco ad essere diretto e non vado a tempo e non dico ciò che penso» -; paure dettate dall’abitudine di rifugiarsi tra i meandri delle proprie emozioni, di implodere per non fare rumore, ma che, ora, si sgretolano dinanzi alle pulsazioni del cuore, ad un sentimento che riaccende il significato di ogni cosa – «Io che annego nella notte e vivo dentro il buio e non riesco a dare al mondo un senso senza avere prima accanto te» -.

«Questo pezzo – dichiara Mezzanotte – è nato un paio di anni fa, quando stavo attraversando un periodo un po’ cupo. Mi sentivo molto solo per svariati motivi e ho cercato l’evasione e la compagnia della mia penna, raccontando una storia d’amore. Ho scritto della mia parte solitaria e insicura, quella che cerco di nascondere sempre. Ho scritto di come sia possibile trovare la via della salvezza, la strada della salvazione, mediante l’impressione di una storia d’amore».

Una redenzione da se stessi che prende forma solo nel momento in cui torniamo a metterci in gioco mostrandoci per ciò che siamo davvero, una scintilla che illumina l’oscurità e, grazie alla presenza di un’anima simile alla nostra, ci ricorda quanto sia fondamentale uscire allo scoperto senza temere il giudizio, per poter assaporare ogni secondo, ogni brivido lungo la schiena, perché l’apprensione di non essere all’altezza – «scusa se ho paura di non saper come prenderti» -, non può e non deve impedirci di vivere e far fede ad una promessa, un impegno che valica e supera ogni concetto di tempo, quel «Ti aspetto a mezzanotte» in una “Mezzanotte (UTC)” che attraversa le oscillazioni delle lancette emotive per racchiudere e governare tutte le stagioni del cuore.

Il brano, accompagnato dal videoclip ufficiale diretto da Francesco Colombo, riconferma la sensibilità artistica di Mezzanotte, evidenziandone versatilità e abilità autorale, comunicativa ed interpretativa, che unite alla capacità di attingere ad un immaginario originale rendendolo universale e fortemente identificativo, ne delineano una cifra stilistica unica e riconoscibile.