La Cina non crede più nel dollaro come valuta di riserva e punta sull’oro per dare forza alla propria valuta.
Un fatto che non è certo una novità, intuibile fin dalla fondazione dei Brics, ma che oggi è più che mai evidente e viene ancora uan volta dalla strategia compro oro messa in atto da decenni.
Sostituire le immense riserve valutarie della Cina non è certo una cosa semplice come lo è stata per la Russia che deteneva una quota marginale di dollari rispetto al colosso asiatico.
Nonostante ciò proprio nell’ultimo periodo gli acquisti di oro da parte della Cina ed altri paesi emergenti alleati sono cresciuti in modo esponenziale e tutti pagati con la valuta americana.
A questi ritmi lo sganciamento dalla Fed della Cina e di altri paesi potrebbe avvenire molto prima del previsto.
Oltretutto le banche centrali di tutto il mondo, vista la situazione, cercano di acquistare oro come non accadeva dal periodo del Gold Standard per difendersi dalla crisi e dall’inflazione.
Nel frattempo il debito pubblico degli Stati Uniti ha superato i 30.000 miliardi di dollari, l’inflazione è ai massimi da 40 anni, la Federal Reserve sta spingendo la più grande economia verso la recessione nel disperato tentativo di limitare i danni.
Appare evidente che Pechino punta ormai in modo deciso a far divenire lo yuan una valuta sostituiva al ruolo internazionale del dollaro.
Un obbiettivo che vede la Cina sostenuta da chi non ha buoni rapporti con gli Usa, che finiranno per utilizzare sempre di più altri paesi verso lo yuan.
In questo modo dopo tanti anni l’egemonia del dollaro americano potrebbe venire meno sostituita dalla valuta cinese, un fatto epocale ma che non sembra più impossibile.
I risvolti sull’andamento del prezzo oro potrebbero innescare un rialzo anche per l’effetto domino su altri paesi che finirebbero per aumentare le proprie riserve auree imitando la politica economica della Cina.