A fronte dell’attuale situazione economica a cui imprese e famiglie italiane devono far fronte, il Governo ha l’obbligo di intervenire con misure concrete. L’editoriale di Giampiero Catone.
Caro energia, Giampiero Catone: rischio recessione e stop forniture
Se per oltre due anni le emergenze legate alla pandemia hanno minato la quotidianità del mondo intero, oggi il nostro Paese si ritrova a dover affrontare le conseguenze della guerra e della crisi economica. L’attuale impennata dei prezzi non fa altro che gravare progressivamente su cittadini e imprese. Giampiero Catone riporta le parole del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, secondo cui “il caro energia inarrestabile rende più concreti i rischi di recessione”: una violenta instabilità potrebbe generare effetti gravi sul sistema produttivo e distributivo. “Il caro energia – aggiunge la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise – è un propellente per un effetto domino che travolge famiglie, imprese, occupazione, consumi”. A questa situazione delicata si aggiunge un altro elemento allarmante, ovvero i cosiddetti “margini di garanzia” dei contratti di distribuzione di gas, elettricità e acqua perfezionati dalle società retail che fanno da intermediari tra le utility e gli utilizzatori finali. In Europa, sottolinea Giampiero Catone, “saranno necessari oltre 1.500 miliardi di dollari” per sostenere tali margini. In Italia le finanziarie hanno un ruolo strategico e di conseguenza la situazione risulta essere ancora più complicata. I dati confermano l’incremento dell’attuale indice del rischio di liquidità al 138%.
Giampiero Catone, la necessità di nuove risorse a sostegno di famiglie e imprese
Tutela delle famiglie e delle piccole-medie imprese italiane: è la parola d’ordine necessaria a sostenere i soggetti che più subiscono gli effetti dell’incremento dei prezzi. Una maggiore sicurezza dovrebbe essere garantita dal Governo attraverso l’erogazione di ingenti risorse finanziarie. Da un’indagine realizzata dalla Cgia di Mestre, riporta Giampiero Catone, emerge la necessità di destinare una cifra di 35 miliardi di euro a sostegno di famiglie e imprese italiane. Gli investimenti non solo limiterebbero le tensioni, ma potrebbero inoltre ovviare al problema di un eventuale arresto del sistema. È reale il rischio che le imprese siano indotte a interrompere la produzione, causando chiusure a catena e inevitabili ripercussioni. “Se quei 35 miliardi non saranno trovati entro fine anno per arginare i prezzi dell’energia – sottolinea la Cgia – arriva il rischio che moltissime imprese e altrettante famiglie non siano nelle condizioni di pagare le bollette e, conseguentemente, di vedersi chiudere la fornitura, è molto elevato”.