Due settimane fa il politico ucraino Viktor Medvedchuk ha pubblicato sul giornale russo Izvestija un articolo dal titolo: “La sindrome ucraina. Anatomia di un confronto militare moderno”. Tale pezzo voleva essere un abbozzo di manifesto per un nuovo movimento degli ucraini non sono accettano più il corso di Zelensky. Sia lui che il predecessore Poroshenko, infatti, si era presentati come “presidenti di pace”, ma sono stati iniziatori dello scontro con Mosca. Medvedchuk allora chiede agli ucraini “che non hanno rinnegato le proprie convinzioni sotto la minaccia della morte o del carcere” di unirsi in un nuova forza di resistenza. L’obiettivo primario è evitare che l’Ucraina “diventi il luogo di una resa dei conti geopolitica”. L’Occidente pensa di avere il monopolio sulla verità, ma dovrà ascoltare la voce degli ucraini che non vogliono lo scontro coi russi. E non potrà più influenzare lo Stato ucraino in modo sfacciato.
Le reazioni dei politologi
Dopo l’uscita di questo articolo, però, le reazioni sono state piuttosto scettiche. C’è da dire che in Ucraina Medvedchuk è un rinnegato. Infatti Zelensky gli ha tolto la cittadinanza e poi lo status di deputato della Verchovna Rada. Tuttavia il suo partito Piattaforma di opposizione – Per la vita (OPZŽ), dichiarato fuorilegge da Kiev, almeno teoricamente ha ancora un certo seguito. Ma in Russia dicono che se la sostanza del suo intervento è buona, difficilmente sarà lui a guidare la nuova formazione nazionale. Probabilmente i leader saranno quelli che oggi stanno combattendo e in qualche modo cercando di salvare il salvabile. Nella nuova società civile che nascerà dalle ceneri del conflitto, che è comunque destinato a finire, il ruolo di guida spetta a chi oggi è in prima linea e sta salvando i suoi concittadini. Fonte: https://strumentipolitici.it/lopposizione-ucraina-chiede-la-pace-e-sonda-il-terreno-per-il-dopo-zelensky/