Ancora una volta il professor avv. Emmanuele F. M. Emanuele ha fatto centro nell’ideare la nuova Mostra con la sua Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, costituita nel 1999 per portare avanti l’esposizione delle esperienze più all’avanguardia nell’Arte contemporanea a Palazzo Cipolla, ex sede del Banco di Roma, al Corso in pieno centro a Roma, antica via Lata. Stavolta la sua scelta progettuale è caduta sulla teoria dell’informatica ed immaginazione nella creazione mentale dei soggetti da rappresentare, visto che si sta parlando molto della robotica e della scienza artificiale che dovrebbe sostituirsi all’uomo, ma senza mai eliminarlo del tutto. Con questa il complesso artistico , ormai affermatosi in città, ha collezionato ben 60 mostre, in cui non sono mancati “flash – back” rivolti all’epoche passate ed a queste esposizioni si sono aggiunte altre 48 esibizioni artistiche in Italia ed all’estero, con l’ultima patrocinata dalla sua Fondazione che su due antologie tematiche s’inaugurerà il 17 Aprile alle 18,30 allo spazio “Visionarea”di via della Conciliazione, dov’era il primo auditorio urbano. La ricerca delle opere è stata curata da Gabriele Simongini e Serena Tabacchi e la loro scelta della “full immersion “ in una completa immaginazione ispiratrice è andata dal Barocco del ‘600 ad oggi con nomi altisonanti, quali : C. Maratti, A. Pozzo, G. B. Piranesi,U. Boccioni, G. Balla, F. Depero, G. De Chirico, V. Vasarely, U. Nespolo, G. Paolini, A. Zelli, C. Santos ed inoltre invenzioni “site – specific” di alcuni artisti digitali più divulgativi e noti del nostro momento scientifico di totale progresso, apparentemente senza limiti : M. C. Escher, R. Anadol, A. Braga, J.Chaplin, Damianskj, Primavera De Filippi, F. Giampietro e P. Di Giacomo, K. Kim, Pak, F. Solmi e S. Stiles e P. Yoldas. Tutti sono uniti dallo studio dell’inizio e del confine della realtà, con la conclusione che si può averla anche senza muoversi dal posto in cui ci si trova e guardando dentro di noi oppure spaziando con le “ali della fantasia” per approdare ad altalene dondolanti ed immersive con sommo piacere estetico come quella che si trova al centro del salone, cominciando il percorso da sinistra rispetto all’ingresso, alla tecnonatura che ha all’origine la filosofia digitale zen, ai visori di realtà virtuale come il casco con gli occhialetti che ti dona di sorvolare dall’alto in aereo le città con la possibilità di riprese a “tutto campo” o l’aereofotogrammetria, alle sculture blockchain ed alla lirica con sonorità generative :tutta codesta innovazione tecnologico / esistenziale, con un senso invertito riguardo al normale conformismo del nostro intelletto fino a ieri, si chiama appunto “metaverso”, dal greco “meta” ovvero oltre, dopo. All’interno di Palazzo Cipolla ogni ambito ha una connotazione ben specifica : immagini digitali assumono un’impronta fisica , un’opera assorbente lo sguardo visualizza la “Filosofia digitale zen” , esperienze sonore con percezione multisensoriale, poesie feconde di molteplici sensazioni, opere interattive che congiungono le scienze biologiche con tecniche digitali così da dar luogo ad una “natura artificiale”. Il prof. Emanuele dice ”In tal modo il futuro s’inserisce nel presente, senza perdere il rapporto con il passato e la sua tradizione. Già la mostra di Quayola ne era l’illustrazione ed ora continuiamo su quella linea, come si stanno imponendo le macchine ad idrogeno nella UE dal 2035 e le metro, similmente alla C di Roma, viaggiano senza macchinista, cosa impensabile fino a qualche tempo fa. In queste nuove tecnologie troviamo una rivoluzione nel manifestare i sentimenti e le ispirazioni, le sensazioni, che costituiscono la motivazione d’ogni opera d’arte”. Dal canto loro invece i curatori Simongini e Tabacchi hanno spiegato le linee guida del loro lavoro di collage antologico artistico : “ L’Ipotesi Metaverso, nuova dimensione ipertecnologica, s’aggiunge a quella reale in una concezione immersiva , con opere alternative , che consenta al visitatore un rapporto equilibrato, pur se talora deviante ed incomprensibile sulle prime, tra fisico e digitale. Dunque il più curioso ospite della mostra potrà passare dalla contemplazione all’immersione, apprensione del materiale e stabile, immateriale e fluttuante”. Perciò fino al 23 luglio 2023 ci sarà tempo per ammirare, com’è stato adesso per Pasqua e Pasquetta ed avverrà pure per le prossime festività dalle10 alle 20 con ultimo ingresso alle 19, pitture, sculture, incisioni, arte digitale, versificazioni e colonne sonore, musiche, rielaborate visivamente ed elettronicamente, fino all’ultima stanza con dei computer ov’è possibile cimentarsi con composizioni virtuali ed al laser. Insomma è un’occasione da non lasciarsi sfuggire per l’interessante concretizzazione artistica dei tempi nuovi digitali in un “laboratorio per il futuro” sempre più attuale.
Giancarlo Lungarini