Gli impianti agrivoltaici sono sistemi che integrano la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico, con la produzione agricola e pastorale, garantendo la continuità e la qualità delle colture e degli allevamenti. Si tratta di una soluzione innovativa e sostenibile, che consente di ottimizzare l’uso del territorio, di diversificare le fonti di reddito degli agricoltori e di contribuire alla transizione ecologica del Paese. Per saperne di più sui terreni fotovoltaici, visita il sito Affitta Terreno Green o la pagina Affitto Terreno Fotovoltaico.
Per favorire lo sviluppo di questi impianti, il Ministero della Transizione Ecologica (MITE) ha pubblicato il 27 giugno 2022 le “Linee Guida in materia di Impianti Agrivoltaici”, un documento che definisce le caratteristiche minime e i requisiti che devono possedere i sistemi agrivoltaici, sia per accedere agli incentivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sia per le altre tipologie di impianti che possono comunque garantire un’interazione più sostenibile tra produzione energetica e produzione agricola.
Il documento è il risultato del lavoro di un gruppo di esperti coordinato dal MITE e composto da CREA, ENEA, GSE e RSE, che ha analizzato le diverse configurazioni spaziali, i gradi di integrazione e le caratteristiche innovative degli impianti agrivoltaici, al fine di massimizzare le sinergie produttive tra i due sottosistemi (fotovoltaico e colturale) e garantire funzioni aggiuntive alla sola produzione energetica e agricola, finalizzate al miglioramento delle qualità ecosistemiche dei siti.
Le linee guida individuano quattro categorie di impianti agrivoltaici, in base al grado di innovazione tecnologica e alla compatibilità con le colture:
– Categoria A: impianti ad alta innovazione, che prevedono l’uso di moduli fotovoltaici mobili o orientabili, in grado di adattarsi alle esigenze delle colture e di ottimizzare la captazione della radiazione solare. Questi impianti sono compatibili con una vasta gamma di colture, anche quelle intensive e specializzate, e possono garantire un elevato rendimento energetico ed agricolo.
– Categoria B: impianti a media innovazione, che prevedono l’uso di moduli fotovoltaici fissi o semi-mobili, con una distanza tra le file e un’altezza adeguata a consentire il passaggio dei mezzi agricoli e la crescita delle colture. Questi impianti sono compatibili con colture erbacee e arboree di media altezza, e possono garantire un buon rendimento energetico ed agricolo.
– Categoria C: impianti a bassa innovazione, che prevedono l’uso di moduli fotovoltaici fissi, con una distanza tra le file e un’altezza minima a consentire il passaggio dei mezzi agricoli e la crescita delle colture. Questi impianti sono compatibili con colture erbacee e arboree di bassa altezza, e possono garantire un rendimento energetico ed agricolo sufficiente.
– Categoria D: impianti a minima innovazione, che prevedono l’uso di moduli fotovoltaici fissi, con una distanza tra le file e un’altezza tale da non consentire il passaggio dei mezzi agricoli e la crescita delle colture. Questi impianti sono compatibili solo con colture erbacee annuali o biennali, e possono garantire un rendimento energetico ed agricolo limitato.
Le linee guida stabiliscono anche i criteri per la valutazione della sostenibilità degli impianti agrivoltaici, basati su indicatori ambientali, economici e sociali. Tra questi, si segnalano:
– Il rapporto tra la superficie occupata dai moduli fotovoltaici e la superficie totale dell’impianto (FOS), che deve essere inferiore al 50% per le categorie A e B, inferiore al 70% per la categoria C e inferiore al 90% per la categoria D.
– Il rapporto tra la potenza installata dell’impianto fotovoltaico e la superficie totale dell’impianto (PES), che deve essere inferiore a 1 kW/m2 per le categorie A e B, inferiore a 1,5 kW/m2 per la categoria C e inferiore a 2 kW/m2 per la categoria D.
– Il rapporto tra il reddito netto derivante dalla produzione energetica e il reddito netto derivante dalla produzione agricola (RES), che deve essere inferiore a 3 per le categorie A e B, inferiore a 5 per la categoria C e inferiore a 10 per la categoria D.
– Il rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro, tutela del paesaggio, salvaguardia della biodiversità e gestione dei rifiuti.
Le linee guida per gli impianti agrivoltaici rappresentano un importante passo avanti nella promozione di una produzione energetica sostenibile e nell’ottimizzazione dell’uso del territorio. Grazie alla definizione di criteri di sostenibilità e alla categorizzazione degli impianti agrivoltaici in base alla loro compatibilità con le colture, le linee guida consentono di garantire la massima efficienza produttiva e il rispetto dell’ambiente e delle normative vigenti. In questo modo, gli impianti agrivoltaici diventano un’opportunità concreta per gli agricoltori di diversificare le fonti di reddito e di contribuire alla transizione ecologica del Paese.