La richiesta e in taluni casi la pretesa del governo di Kiev di ottenere aerei da caccia è stata respinta da Washington con ragioni pratiche e strategiche. Durante il suo recente viaggio in Canada e negli USA, il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha ribadito le necessità dell’esercito nel confronto con la Russia. Ma a Washington ancora una volta hanno detto “no”.
I caccia sovietici non bastano più
Polonia e Slovacchia avevano reagito con prontezza e generosità alle richieste di Zelensky. Hanno velocemente approvato l’invio dei loro caccia da combattimento, i MiG-29 di fabbricazione sovietica. Finora ne hanno inviati una dozzina, mentre altri stanno aspettando in pista il loro turno. Ma a Kiev non basta, perché vogliono più velivoli e li voglioni di standard NATO. Shmyhal durante il suo giro in Nordamerica ha ripreso l’idea del viceministro degli Esteri Andriy Melnyk e ha proposto di creare la “coalizione dei caccia”. Sullo stile della “coalizione dei Leopard” che ha convinto (o costretto) la Germania a dare i suoi carri armati, oggi vogliono convincere gli USA a dare i loro jet. Anzi, in questo modo secondo Shmyhal l’America dimostrerebbe nuovamente la sua leadership nel campo occidentale.
Il “no” di Washington
La ragione principale del “no” statunitense è politica ed è la volontà di evitare l’escalation con Mosca. Anzitutto, con la campagna elettorale per le elezioni del 2024 che si avvicina, sarebbe rischiosissimo far alzare troppo il livello di scontro con la Russia. In secondo luogo, che l’escalation si trasformi in guerra mondiale è una possibilità concreta che giustamente spaventa la Casa Bianca. Le ragioni esposte dai Congressmen e dai militari americani attengono invece al lato tecnico e tattico. L’eccessiva durata dell’addestramento dei piloti (18 mesi) vanificherebbe lo sforzo dell’invio dei caccia. La loro utilità in questa fase del conflitto è altamente dubbia. Il rapporto costi/benefici è negativo. E così via. Fonte: https://strumentipolitici.it/kiev-non-vuole-piu-aspettare-ingresso-nella-nato-e-aerei-da-caccia-subito-intanto-il-premier-ucraino-va-in-america-a-chiedere-armi/