Le implicazioni economiche della manutenzione agli armamenti forniti a Kiev

Zelensky ha chiesto e ottenuto, dopo molte insistenze, qualche jet da comnbattimento, i carri armati, i veicoli corazzati e i pezzi di artiglieria. Ma che succede se si rompono? Se vengono danneggiati in combattimento? Se arrivano già fuori uso, come nel caso degli obici italiani? Sono domande delle quali la stampa mainstream ha iniziato a occuparsi proprio con la recente figuraccia italiana, svelata dal Financial Times su suggerimento di fonti governative ucraine.

Gli obici ammuffiti

Qualche giorno fa circolava in rete un video girato a una stazione italiana del nord-est che mostrava il passaggio di mezzi corazzati verso l’Ucraina. Ora, tutti gli italiani sanno che il governo Meloni sulla scorta di Draghi ha deciso l’invio di aiuti militari a Zelensky, ma vederlo coi propri occhi fa un altro effetto, sconcertante e negativo. Così, sono subto spuntate le smentite e le accuse di fake news, ma poi è arrivata la conferma. E dopo è scoppiato il caso delle armi malridotte. Dall’Ucraina hanno fatto sapere tramite il Financial Times che venti obici non funzionavano e che in generale i pezzi forniti erano in pessime condizioni, tenute per vent’anni esposti alla muffa e alle intemperie. Si pensa che non sia l’unico caso e di sicuro non limitato all’Italia. Ma il pubblico ha cominciato a farsi delle domande. La principale è: chi paga la riparazione degli armamenti?

Chi ci guadagna

Nel business della riparazione alle armi NATO per l’Ucraina si stanno buttando alcune grandi aziende con il beneplacito di Germania, Polonia e Repubblica Ceca. I politici di questi Paesi sono stati molto solerti e volenterosi nell’organizzare la possibilità di interessanti commesse per queste aziende, alcune di esse sotto il controllo indiretto dei rispettivi governi. La tedesca Rheinmetall ad esempio aprirà in Romania un centro di assistenza per i mezzi corazzati. Fa venire i brividi pensare ai ricorsi storici di tedeschi che espandono il loro sistema industriale-militare in Romania. I paralleli con il 1943 o il 1944 sono certamente esagerati, ma molto facili da immaginare. Fonte: https://strumentipolitici.it/inviare-armi-allucraina-non-importa-se-sono-rotte-un-circo-imbarazzante-ma-redditizio/