Vivere il momento presente senza farsi condizionare dalle delusioni del passato e dalle aspettative sul futuro, resta uno dei meccanismi più complessi da innescare per l’essere umano, costantemente ingabbiato tra ieri e domani e difficilmente libero da quelle prigioni interiori che gli impediscono di vivere serenamente e godere appieno dell’apparentemente semplice ma così sfuggente “qui ed ora”, lo stesso che Paulo Coelho, nel suo celeberrimo testo a mezz’aria tra racconto e apologo “L’alchimista”, descriveva in questi termini: “Io non vivo né nel mio passato, né nel mio futuro. Possiedo soltanto il presente, ed è il presente che mi interessa. Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai un uomo felice. La vita sarà una festa, un grande banchetto, perché è sempre e soltanto il momento che stiamo vivendo”. E proprio sul concetto di ricerca, scoperta e riscoperta dell’intensità del presente si articola “Tra il dejavu e l’amnesia” (Estro Records/Ingrooves Music Group), il nuovo singolo della cantautrice ligure Lara Serrano.
Dopo essersi fatta conoscere e apprezzare da pubblico e critica per una serie di emozionanti release che ne hanno comprovato eleganza e maturità autorale, l’artista genovese riconferma l’attitudine intimista e sensibile del suo estro creativo con un brano in cui fiducia, fragilità, sincerità e sentimenti si intrecciano sulla tela delle relazioni, dando vita ad un vivido e suggestivo spaccato sui rapporti umani ed il timore di viverli pienamente, condizionati dai fantasmi, dagli errori e dalle delusioni del passato e da tutte le attese, mascherate da speranze, che si posano sugli utopici abiti del futuro.
In quel «partiamo dal futuro per ricostruire il passato» della prima strofa, è racchiuso il desiderio di svincolarsi dalle corde che ci ancorano all’abitudine, l’abitudine di scandagliare i pro e i contro di ogni situazione, persona e circostanza anziché assaporarne colori, sfumature e profumi, allontanandosi dal gravoso fardello delle aspettative e di tutti quei calcoli probabilistici su errori e passi falsi.
«Spesso, purtroppo, non riesco a godermi appieno ciò che ho – dichiara Lara Serrano -, perché guardo e analizzo costantemente il futuro, senza soffermarmi mai sul presente. Invece è bello scoprire, o riscoprire, quello che si ha, senza azzardare paragoni con un passato che dovrebbe restare tale. Il rapporto di cui parlo nel brano, nasce per caso, inaspettatamente, con una persona che ho sempre avuto modo di frequentare da lontano, senza mai approfondirne la conoscenza per mancanza di fiducia da parte mia; riprendendo le parole del ritornello, perché non sapevo se era “un poker d’assi o un bluff”. Fin da piccola, ho avuto la presunzione e un bisogno sfrenato di conoscere a fondo, illudendomi di avere così la certezza di non sbagliare giudizio su chi avevo di fronte ma, a volte, i rapporti possono essere equiparati a una partita a carte e forse, il loro bello, risiede proprio nel ricredersi su un presunto bluff».
Tra la paura di fidarsi ed il bisogno di lasciarsi andare, scaturito dal sentimento, Lara delinea sul pentagramma del suo cuore un percorso nuovo e del tutto inesplorato – «se la strada non c’è io, ti giuro, me la invento» -, concedendosi l’occasione di abbandonarsi all’eternità di un istante, per ricordarne poi il valore – «disegno le lancette per quando non ho tempo» -, e non ricadere nella trappola di una finta improvvisazione che è, in realtà, la subdola e radicata convenzione all’autosabotaggio – «improvviso da una vita anche la diagnosi di ogni mia ferita» -.
«Di quante persone vi fidate? E a chi dareste le chiavi per entrare nelle vostre insicurezze senza bussare? La fiducia – conclude l’artista -, per la prima volta nel corso della mia discografia, viene qui trattata in modo positivo e sicuro: “ho fiducia in te”. Ecco, penso che quest’affermazione, tanto scontata quanto forte, racchiuda la dedica che ho voluto fare con questa canzone, a me, alla persona che l’ha ispirata e a tutti quanti voi».
«In equilibrio su una trave» che sorregge al contempo lacrime e sorrisi, Lara impara a fidarsi e ad affidarsi, a se stessa e al proprio istinto prima, e all’altro poi, cessando di vivere sospesa «tra ciò che sarà, che è stato o che sia» e scegliendo di fluire «a ritmo della marea», consegnando ai propri sentimenti e alle proprie emozioni la password per rinascere e vedere il mondo con occhi nuovi – «so che di ogni porta tu ne hai la chiave».