Quanto Viene Pagata la Malattia i Primi 3 Giorni?

Quanto spetta di indennità per i primi 3 giorni di malattia?

Se ti stai chiedendo il perché di questa domanda, possiamo sin da ora rispondere che essa è dovuta ad un particolare meccanismo. Durante il periodo di malattia, infatti, non è solo l’Inps a versare al lavoratore la retribuzione spettante, ma anche il datore di lavoro.

In questo articolo cercheremo di capire come funziona il meccanismo della retribuzione per malattia e, soprattutto, quanto viene pagata (e da chi) la malattia i primi tre giorni.

Malattia e Periodo di Comporto

In virtù dell’art.32 della Costituzione, che sancisce il riconoscimento  della salute come diritto fondamentale dell’individuo e della collettività, il nostro ordinamento, in relazione ai rapporti di lavoro, tutela il lavoratore attraverso un’apposita disciplina, fissata dall’art.2110 del Codice Civile.

Questo dispone che in caso di malattia, nonché di infortuniogravidanza o puerperio, il rapporto di lavoro viene sospeso e che il datore di lavoro non può licenziare il lavoratore malato, almeno che non sia scaduto il cosiddetto termine di comporto. Quest’ultimo corrisponde al periodo complessivo di malattia usufruibile dal lavoratore, il cui tetto massimo è stabilito dalla legge (che lo fissa in 180 giorni) o appositamente previsto dai contratti collettivi.

Due, pertanto, sono i principi tutelati dall’art. 2110:

  • diritto del lavoratore al mantenimento del posto di lavoro durante il periodo di malattia. Ciò significa che il datore di lavoratore non può licenziare il dipendente assente;
  • diritto del lavoratore ad essere retribuito.

Adempimenti Lavoratore in Malattia

Da parte sua, il lavoratore è tenuto ad una serie di obblighi da rispettare, al fine anche di non perdere il diritto alla retribuzione.

Ecco alcuni dei doveri spettanti al lavoratore in malattia:

  • Comunicazione dell’assenza: Il lavoratore è tenuto a informare tempestivamente il datore di lavoro della sua malattia e dell’impossibilità di presentarsi al lavoro. Solitamente, questa comunicazione deve avvenire entro 48 ore dall’inizio del periodo di malattia, a meno che non siano previste specifiche disposizioni contrattuali diverse.
  • Certificato medico: Il lavoratore deve presentare al datore di lavoro un certificato medico che attesti l’incapacità lavorativa e la necessità di assentarsi dal lavoro per motivi di salute. Il certificato deve essere emesso da un medico autorizzato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) o da un medico convenzionato.
  • Disponibilità per i controlli medici: Durante il periodo di malattia, il lavoratore potrebbe essere soggetto a controlli medici richiesti dall’INPS o dal datore di lavoro. Questi controlli hanno lo scopo di verificare l’effettiva incapacità lavorativa e la congruenza tra le condizioni di salute dichiarate e la realtà. Il lavoratore è tenuto a fornire all’INPS e al datore di lavoro tutte le informazioni richieste e partecipando a eventuali procedure o comunicazioni necessarie per la gestione dell’indennità di malattia.
  • Comunicazione delle variazioni: Nel caso in cui ci siano cambiamenti significativi nella situazione di malattia, come il miglioramento delle condizioni di salute o la necessità di prolungare il periodo di malattia, il lavoratore deve comunicare tempestivamente tali variazioni al datore di lavoro e all’INPS.

Indennità di Malattia: Come, Quando e Quanto Viene Erogata

Come abbiamo accennato, il lavoratore in malattia ha il diritto a ricevere ugualmente una retribuzione, la quale però potrebbe essere di importo minore rispetto a quella normalmente percepita, a seconda della durata della malattia. Superato il periodo di comporto, se il lavoratore dovesse ancora versare in condizioni tali da impedire al momento il rientro a lavoro, non riceverà più alcuna indennità, né alcuna forma di retribuzione, anche nel caso in cui presenti domanda di aspettativa.

Come funziona l’erogazione dell’indennità e a chi spetta?

A farsi carico del pagamento dell’indennità di malattia è l’Inps. O meglio: essa è anticipata dal datore di lavoro, che poi recupera dall’Istituto quanto versato.

Per quanto riguarda l’importo dell’indennizzo, l’Inps paga:

  • fino al 50% della retribuzione media globale per i primi 20 giorni di assenza;
  • fino al 66,66% per il periodo successivo.

C’è, però, da fare una precisazione. L’Inps si fa carico dell’indennità a partire dal quarto giorno di malattia. Questo significa che i primi 3 giorni di malattia non sono pagati?

I Primi 3 Giorni di Malattia Sono Retribuiti?

I nostri lettori possono tirare un respiro di sollievo, perché anche i primi 3 giorni di malattia vengono pagati. Non dall’Inps, come abbiamo chiarito sopra, bensì dal datore di lavoro, quando previsto dalla contrattazione collettiva, che stabilisce anche in che misura questi è chiamato ad indennizzare il lavoratore in questo arco di tempo, denominato periodo di carenza.

A Quanto Ammonta La Malattia I Primi 3 Giorni?

In che misura, invece, il datore di lavoro deve corrispondere l’indennità? A stabilirlo sono i CCNL di categoria, che possono prevedere anche che il datore di lavoro partecipi di concerto con l’Inps al pagamento dell’indennità in funzione integrativa della stessa, aumentandone di fatto l’importo.

Questo si verifica, ad esempio, nel Contratto Commercio e Terziario, laddove:

  • i primi tre giorni di malattia sono pagati dal datore in misura pari al 100% della retribuzione media globale giornaliera.
  • Dal 4° al 20° giorno, invece, il lavoratore percepirà dall’Inps un’indennità pari al 50% della retribuzione a cui si aggiunge un ulteriore 25% pagato dal datore di lavoro.
  • Dal 21° al 180° l’integrazione dovuta dal datore è pari 1/3 della retribuzione, che si aggiunge al 66,66% pagato dall’Inps, innalzando così l’indennità percepita al 100%.

Stesso discorso vale per il CNL Cooperative sociali, con la differenza che, in questo caso, per il periodo di carenza il datore di lavoro è tenuto a versare al lavoratore solo il 50% dello stipendio.

Periodo di Comporto e Indennità di Malattia

Abbiamo visto che il periodo indennizzabile di malattia non può superare il tetto massimo di 180 giorni. Superata tale soglia, l’Inps non eroga più alcun beneficio economico.

Tuttavia, c’è da rilevare che il trattamento economico copre sempre l’intero periodo di malattia.

Ad esempio, i lavoratori assunti con contratto a tempo determinato l’indennità di malattia viene corrisposta per un numero di giornate pari a quelle lavorate negli ultimi 12 mesi precedenti la malattia.

Diverso è il caso di chi è assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato, come abbiamo avuto modo di approfondire in questo articolo.

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