L’Azerbaigian ha fermato l’operazione anti-terroristica nel Karabakh anche grazie al ruolo di Mosca

Dopo soltanto un giorno, l’operazione “anti-terroristica locale” dell’Azerbaigian nel territorio a maggioranza armena del Nagorno Karabakh si è conclusa. La stessa Baku ha ammesso il ruolo delle forze di pace russe, presenti nella zona dal 2020.

L’Azerbaigian ritiene di aver vinto

Ci sarà presto un accordo formale?L’Armenia è andata avanti per la sua strdada, cercando di non dipendere dall’influenza di alcun “partenariato”. Ora però si ritrova costretta a dover firmare un nuovo trattato con gli azeri. Quindi non solo delimitarizzare di fatto quel territorio, ma pure vedere la “reintregrazione” di quel territorio da vecchio Artsakh a quattrodicesima “regione economica”. Baku promette di fare tutto secodo la legge e con il massimo rispetto verso la Costituzione. E dall’Unione Europea si discono pronti a verifcare l’andamento del processo negoziale.

Perché i soldati non combaterono

Ottenuti gli obiettivi prefissati, Baku ha ritenuto di poter dichiarare sospesa l’operazione. Il cessate-il-fuoco è stato raggiunto e gli armeni stanno consegnando le armi, sia i soldati regolari che quello irregolari. L’Azerbaigian dice di aver conquistato una una vittoria totale. Ci vorrà del tempo per realizzare tutti gli impegni che hanno assunto i combattenti locali, cioè disgregare le formazioni e ridare le armi. Grazie al monitoraggio delle forze americane di peacekeeping, le armi non si dovrebbero diffondere illegalmente.