Casoria – Consorzio cimiteriale: i falsi dossier del Presidente. Ecco il sistema Salzano

Casoria – Consorzio cimiteriale: i falsi dossier del presidente Salzano dopo la sua sfiducia. Amici, associati e colleghi di studio: ecco il sistema Salzano su incarichi legali e contenziosi milionari creati ad arte.  Fioccano querele contro il quotidiano il Mattino e giornali locali. Accusato di conoscere i fatti sin dal 2021 quando era consigliere consortile in quota Casavatore e dove anche in quel caso iniziò a formulare dossier contro l’amministrazione Marino; sta spopolando in questi giorni la finta crociata contro il consorzio, sollevata dallo sfiduciato Salzano attraverso una lettera infuocata inviata a destra e a manca ma che nel merito pare aver sollevato solo tanto fumo trasformando procedure amministrative in irregolarità. Tanto che il critico Vittorio Sgarbi leggendo la nota (e) di Salzano, senza ombra di dubbio l’avrebbe definita un falso d’autore. Considerato che Salzano prima ancora che da presidente (rappresentante legale) in quota Arzano, ha ricoperto il ruolo di consigliere consortile e le cose incongruenti fatte emergere, sarebbero state tutte nella sua piena conoscenza ad iniziare proprio dalle arciconfraternite. Incongruenze fatte emergere (chissà perché!) solo dopo il suo defenestramento. Insomma, il Presidente sarebbe non solo omissivo ma addirittura avrebbe consentito il perpetrarsi di reati. Ma va da se che il presidente adottando il principio della giurisprudenza civile (non quella penale che esige prove), ha iniziato a costruire i suoi falsi d’autore a partire proprio dalla congreghe che sono state oggetto in 18 mesi  di citazioni in giudizio, annullamenti di transazioni, revoche e diffide emesse dall’organo di gestione e dalle delibere approvate dai consiglieri consortili. Le strani lettere in cui Salzano ha annotato principalmente le cose fatte, sono servite più per gettare fango sui sindaci dei tre comuni e consiglieri consortili rei di aver voluto fermare la sua opera di ripristino della legalità anche se a molti è parso un modo per coprire i suoi fallimenti. Una lettera che diffama un po’ tutti a destra e manca rispettando pedissequamente il motto “melius abundare quam deficere”. Iniziando dagli ex direttori Salvatore Graziuso e Francesco Leo, passando per l’attuale direttore Sabato Terracciano accusato di non aver i requisiti nonostante il decreto di nomina e successivo contratto di lavoro sia stato sottoscritto dallo stesso ormai ex presidente e per finire, contro  consiglieri. Chissà se il direttore Terracciano non abbia la sola colpa di aver voluto fermare il “sistema”.

M.S.