Raspadori può e deve rimanere l’arma in più del Napoli anche nella gestione Mazzarri

Il Napoli sta vivendo un momento stagionale davvero poco felice. Dopo l’exploit della scorsa stagione con la vittoria del terzo Scudetto della storia del club e le dichiarazioni del presidente De Laurentiis che aveva parlato addirittura di voler puntare alla Champions League ci aspettava un ulteriore salto di qualità da parte degli azzurri. Purtroppo questo non si è verificato, anzi: Luciano Spalletti ha deciso di lasciare il club così come il dirigente Cristiano Giuntoli, al loro posto è arrivato Meluso come DS ma soprattutto Rudi Garcia come allenatore, con il francese però cacciato dopo appena 16 partite per via di risultati poco. Uno dei pochi meriti avuti dall’allenatore transalpino è stato quello di aver valorizzato due giocatori che erano marginali nella gestione Spalletti, ovvero Matteo Politano ma soprattutto Giacomo Raspadori.

L’ex giocatore del Sassuolo, infatti, sembra aver trovato la quadratura del cerchio della sua avventura a Napoli. In questo inizio di stagione infatti è stato alquanto decisivo in alcuni risultati del club partenopeo, con i numeri che lo hanno visto protagonista di 4 gol e 2 assist tra campionato e Champions League. Adesso, con l’approdo di Mazzarri sulla panchina dei partenopei, ci si chiede se il rendimento e il ruolo di Raspadori saranno gli stessi.

Come Raspadori può integrarsi nel nuovo Napoli di Mazzarri

Ovviamente, almeno per il momento, le quote e i pronostici sul Napoli presenti sui siti di scommesse, uno degli intrattenimenti di punta online insieme alle slot di NetBet e altri giochi di casinò, non sono così rosei come potevano esserlo a inizio stagione. La figura di Raspadori però resta comunque molto centrale perché, come si sa, l’italiano è un attaccante che sa fare praticamente tutto e può giocare fondamentalmente in ogni ruolo.

Negli ultimi due anni della sua carriera vissuti al Napoli, Raspadori ha infatti ricoperto fondamentalmente tutti i ruoli della fase d’attacco e non solo. Lo si ricorda infatti come punta centrale ma anche come attaccante di sinistra e di destra nel 4-3-3 plasmato prima da Spalletti e poi da Garcia, così come trequartista in un 4-2-3-1 o anche seconda punta quando è stato coinvolto in un 4-4-2. Addirittura Raspadori è stato gestito anche come esterno di centrocampo in situazioni di emergenza e persino come mezzala a centrocampo quando il Napoli aveva gli uomini contati in quel reparto.

L’interrogativo principale, al momento, resta quello di come un giocatore con le sue caratteristiche potrà sposare il gioco e i moduli di Mazzarri. Va detto che, come condizione per riprendere la squadra dopo questa lunga tempistica, il tecnico toscano sembra intenzionato a giocare anche lui con il 4-3-3, accantonando quindi almeno per adesso i moduli con la difesa a 3. Raspadori potrà quindi essere mandato in campo nelle stesse posizioni che abbiamo visto finora, in base anche a quelle che saranno le scelte dell’allenatore e alle eventuali assenze nel reparto offensivo. Sembra però ormai chiaro come Raspadori non possa più essere considerato soltanto come un’alternativa ma, invece, come una sorta di titolare “aggiunto” per il Napoli.

Nella sua precedente carriera al Napoli Mazzarri non aveva avuto a disposizione una rosa tanto forte. Soprattutto, non aveva un’arma alla Raspadori, ovvero un giocatore capace di poter entrare dalla panchina e spaccare il match. Con un tale calciatore da utilizzare, in corsa o meno, il dubbio di quando (e dove) farlo giocare diventa dolce e non problematico.