ROMA. Malumore tra i militari. A fronte delle ultime direttive da parte dello Stato Maggiore Esercito circa le istanze di trasferimento, il segretario generale dell’associazione sindacale “Libera Rappresentanza dei Militari” (LRM), Marco Votano, ha scritto una nota diretta allo stesso Stato Maggiore e al Ministro della difesa.
Nella missiva si legge: “Da una prima analisi della direttiva circa i trasferimenti, emergono diversi elementi che di fatto hanno causato molto malumore tra i destinatari della stessa. Invero, si evincono disposizioni estremamente discriminatorie per il personale potenzialmente fruitore, ivi comprese illogiche esclusioni e parametri che nulla hanno a che vedere con il concetto di meritocrazia o attenzione verso elementi di tutela. Il personale interessato ad un trasferimento, che dopo anni passati lontano dai propri affetti e dai propri cari, in nome di una scelta lavorativa che ha la sua specificità, ha cercato di coordinare e programmare esigenze di lavoro con quelle familiari attendendo e mettendosi nelle condizioni di avvicinarsi, nel tempo, ad una sede di servizio più consona alle esigenze familiari e comunque più congeniale alle proprie aspettative”.
Votano poi sottolinea: “Malgrado l’adattamento dei militari alle esigenze della forza armata, vedono ogni anno cambiare le regole tanto da trovarsi un anno troppo giovani ed un anno troppo anziani per poter produrre istanza, stessa istanza che sembra assumere più i caratteri di un concorso “truccato” che esclude a priori e ingiustificatamente intere categorie di lavoratori e ne agevola enormemente altre”.
Più avanti nella nota, il segretario generale riporta quanto emerge dalla nuova circolare: “In primis, in sfregio alle norme di tutela alla genitorialità e della disabilità, chi osa fare istanza di temporanea assegnazione perché gli nasce un figlio o magari da genitore deve accudirlo perché gravemente malato, questo militare non merita la possibilità di fare istanza e vedersi riconosciuti gli stessi punteggi dei suoi commilitoni per la distanza chilometrica e neppure per la presenza di figli e famiglia.
Se invece non ha la fortuna di essere temporaneamente assegnato ed aspiri ad un trasferimento, non può concorrere per più sedi. La cosa assurda è però che non vengono comunicati né il numerico dei posti che vengono messi a disposizione nè tantomeno in quali Reparti. La direttiva in parola prevede che per gran parte delle qualifiche non occorre aver superato i 40 anni.Verrebbe da sorridere se non fosse assurdo. Assurdo in quanto allo stesso e identico personale al quale per anni gli è stata “preclusa” ogni possibilità di “vincere questo concorso” per via della giovane età, adesso, invece, si stabilisce che lo stesso è troppo anziano per ambire ad un trasferimento perché ultra quarantenne.
A questa preclusione fanno il paio le particolari attribuzioni di incarico. Infatti, se ad esempio si è Bersagliere per via del corso MASB o peggio se si opera in reparti logistici od ospedali militari dove non si riesce ad ottenere un minimo di punteggio utile al trasferimento, questo diventa una chimera. Altro elemento eclatante, ma ve ne sarebbero decine da evidenziare, lo si rivede a proposito di corso anfibio, esempio significativo della illogicità che questa direttiva esprime. Invero, nella direttiva si menziona il citato corso o meglio la qualifica anfibia alpha: 5,5 punti per i qualificati alpha del Reggimento lagunari “serenissima”, paradossalmente però i qualificati alpha di Udine o Palmanova, che hanno lo stesso e identico brevetto, fanno lo stesso corso e le stesse attività con la Marina Militare al pari dei commilitoni del Reggimento “serenissima” non gli vengono attribuiti quei 5,5 punti incrementali. Dalla direttiva, emerge poi che si è, ad esempio, capo blindo a 43 anni, si può espletare tale incarico nel Reparto dove si opera ma non si può esserlo nel Reparto di destinazione in quanto troppo anziano. Non si comprende proprio tale logica e cosa abbia a che fare con il concetto di equità. Sempre a proposito di incarico, coloro che ne attendono ancora uno, spesso a causa dell’organizzazione del DIPE che li dovrebbe assegnare, e non certo per colpa del personale, e dunque in attesa di frequentare il corso previsto, se non ha più di 40 anni di età non può concorrere con l’incarico precedente e dunque viene incolpevolmente escluso. E ancora, se il personale ha espletato l’incarico di Istruttore presso i reparti di addestramento, ed è ad esempio un 8° corso mantenendo sempre un profilo “eccellente ” non sarà percettore, al pari di tutti gli altri Istruttori dal 14° corso in poi, degli 8 punti previsti, senza che vi siano differenze di alcun genere tra un corso o l’altro. Attenzione merita anche la discriminazione che sistematicamente si mette in campo nei confronti del personale fruitore di leggi speciali che tutelano posizioni particolari. LRM aveva più volte posto l’accento con lo Stato Maggiore su l’illecito derivato dall’applicazione della scorsa direttiva in merito alle ingiuste penalizzazioni dirette al personale temporaneamente assegnato. Tali dimostranze si erano dette prese in carico e superate in sede di ultimo incontro con il Sig. Capo di SME. Orbene, in fregio alle norme di Legge sulla non discriminazione del personale interessato, e a quanto garantito a questa APCSM, l’attuale direttiva fa uscire dalla porta le dette discriminazioni e le fa rientrare dalla finestra, precludendo, di fatto, le stesse opportunità di trasferimento al personale temporaneamente assegnato in forza di legge e tutelato dalle stesse”.
A questo punto, Votano chiosa e conclude chiedendo un incontro con il personale dello Stato Maggiore: “Occorre, ad avviso di questa Associazione Sindacale, una rivisitazione radicale sia dei termini di attribuzione dei punteggi, sia dei termini temporali di emanazione / presentazione istanza (che mettono in forte difficoltà anche gli uffici preposti). Occorre eliminare ogni sorta di favoritismo e di discriminazione, superando anche il concetto di età e di incarico previsti nell’attuale versione. Chiediamo un immediato incontro e la predisposizione di un tavolo tecnico con il personale preposto dello Stato Maggiore, al fine di rivedere nel suo complesso la direttiva in parola e andare incontro alle legittime aspettative del personale rappresentato”.