Il giornalista e scrittore americano Andrew Cockburn spiega con un articolo sul Responsible Statecraft le ragioni delle pessime performance delle armi inviate da Washington all’alleato ucraino. Si tratta comunque di performance al di sotto delle aspettative previste e annunciate. Il motivo risiede infatti, secondo lui, anzitutto nell’eccessivo marketing che è stato fatto alla potenza bellica americana.
Test pochi e scarsi
Gli elogi anzitempo e le promesse di essere “game changer” avevano lo scopo di giustificare gli alti costi di produzione. In altre parole, di far ottenere gli appalti miliardari al sistema militare-industriale. Ecco che allora non venivano compiuti test accurati e affidabili. E nemmeno sperimentazioni lunghe e diversificate di tali armamenti. Una volta sul campo di battaglia, per di più nelle condizioni climatiche e territoriali molto dure che presenta l’Ucraina, queste armi hanno fatto spesso cilecca.
Lo dicono pure i militari ucraini
Ad accorgersi sulla propria pelle che quelle americane non sono affatto delle “wunderwaffen”, sono stati per primi i militari di Kiev. Con amarezza hanno constato l’efficacia non eccezionale dei droni Switchblade, dei proiettili Excalibur da 155mm, dei sistemi missilistici Patriot, dei tank M-1 Abrams delle bombe a guida GPS. I russi si sono adeguati rapidamente. Sono quindi stati in grado di distruggere i carri americani, uno dei quali recentemente è stato mostrato come trofeo in un parco di Mosca. Per quanto riguarda le armi a guida GPS, è strano che gli americani non sapessero che i russi erano già da tempo ben preparati a combattere la “guerra elettronica” e dunque sanno come disturbare il segnale e mandare fuori rotta bombe e droni. Fonte: https://strumentipolitici.it/il-conflitto-ucraino-sta-svelando-le-pecche-degli-armamenti-americani-e-la-fine-della-superiorita-bellica-di-washington/