Fibromialgia, due milioni di pazienti in Italia

Di recente si è tornato a parlare di una patologia molto più diffusa di quanto si pensi: la fibromialgia. Si stima che in Italia ne soffrano circa 2 milioni di persone, con un aumento del 15% nel periodo post-covid. Sebbene la malattia alteri notevolmente la qualità di vita delle persone affette, attualmente il Ministero non la include tra le patologie croniche e quindi non è presente nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Tuttavia, la sua crescente diffusione sta spingendo la richiesta per l’inserimento nei LEA.


Particolarmente colpito è il sesso femminile: in nove casi su dieci, infatti, le pazienti sono donne.
Abbiamo incontrato il dottor Stefano Manodoro – ginecologo – per approfondire alcuni dettagli di questa patologia.

Dottor Manodoro ci spieghi cos’è la fibromialgia?

 

La fibromialgia è una patologia cronica caratterizzata da dolore diffuso, affaticamento e sensibilità eccessiva in tutto il corpo.

 

Quali sono i sintomi più comuni?

 

I sintomi possono avere sfumature diverse da paziente a paziente: partono dal dolore muscoloscheletrico diffuso e cronico che dura oltre tre mesi. A questo si aggiungono affaticamento, stanchezza persistente e disturbi del sonno come una vera e propria insonnia o la presenza di un sonno non riposante. Spesso questo comporta difficoltà di concentrazione e problemi di memoria (forme dette anche “fibro-fog”). Non infrequente è  una sensibilità aumentata a stimoli come il freddo, il caldo, o il tocco leggero.

 

Quali sono le principali cause?

 

Le cause esatte non sono ancora completamente comprese, ma si pensa che coinvolgano un’interazione complessa di fattori genetici, neurologici, e ambientali.

Disturbi del sistema nervoso centrale, alterazioni nella regolazione del dolore e squilibri nei neurotrasmettitori possono giocare un ruolo.

 

Come viene diagnosticata?

 

Di solito viene diagnosticata attraverso l’esclusione di altre condizioni simili e la presenza dei sintomi caratteristici della fibromialgia per almeno tre mesi. Il reumatologo è lo specialista che se ne occupa, ma il sospetto può insorgere al ginecologo.

 

Quali sono le opzioni di trattamento possibili?

 

Solitamente si procede con trattamenti farmacologici per gestire il dolore, l’insonnia e altri sintomi correlati. A questo si aggiungono terapie non farmacologiche come la riabilitazione, l’esercizio fisico regolare e la psicoterapia con tecniche cognitivo-comportamentali per migliorare la gestione del dolore e la qualità di vita. Di fondamentale importanza è l’approccio integrato che combina in modo sinergico cambiamenti nello stile di vita, modifiche dietetiche e terapie complementari come l’agopuntura o il massaggio.

 

Qual è la prognosi?

 

La fibromialgia è una condizione cronica che può variare nella gravità dei sintomi nel tempo.

Con un trattamento appropriato e una gestione attiva, molte persone possono ottenere un buon controllo della sintomatologia e soprattutto un miglioramento della qualità di vita.

 

Per maggiori informazioni è possibile contattare il dottor Stefano Manodoro: https://www.stefanomanodoro.com