Intervista all’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa: “Essere motore del sistema ci piace ancora di più, perché facciamo bene ai nostri clienti, alla banca, ma anche al Paese stesso”.
Banca Generali, le “ratio” dietro l’operazione su Intermonte: parla l’AD Gian Maria Mossa
L’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa, intervistato lo scorso 23 settembre per l’inserto “L’Economia” del “Corriere della Sera”, l’ha definita “un’operazione che allunga la catena del valore”: il riferimento è a quanto annunciato la scorsa settimana in merito al lancio di un’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria sulle azioni di Intermonte Partners Sim, investment bank indipendente quotata su Euronext Growth Milan. L’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa ne spiega la “ratio” nell’intervista: “Noi vogliamo entrare in una nuova fase del concetto di protezione patrimoniale. Noi siamo diventati quello che siamo perché siamo riusciti a costruire relazioni molto forti, di lungo periodo, tra il nostro banker e il cliente di riferimento. Ci rendiamo conto che sempre più spesso l’imprenditore ha bisogno di essere accompagnato, in una logica di protezione, a ragionare in modo più ampio sull’azienda e riuscire a internalizzare le competenze in quest’ambito ci porta a un livello superiore di consulenza allargata, globale”. Questa la prima, grande, “ratio” dietro l’operazione. La seconda: “Per una banca come la nostra, che gestisce clientela rilevante e che ha quote di amministrato molto importanti, avere delle eccellenze nell’intermediazione di azioni e di derivati aggiunge un pezzo alla catena del valore. Quindi c’è un pezzo importante di capital markets e un pezzo importante di global markets”.
Gian Maria Mossa, Banca Generali: un livello superiore di consulenza allargata e globale
In merito ai vantaggi per il cliente, l’AD Gian Maria Mossa spiega che oggi “manca l’idea di dare una continuità alla relazione”. È questo il concetto su cui Banca Generali fa leva: “Persone di fiducia, a fianco del cliente, nel lungo periodo. Siamo convinti che in un contesto come questo ci sia bisogno di capitali per le imprese e c’è bisogno di affiancare l’imprenditore nel momento di affrontare scelte di governance, di passaggio generazionale e di innovazione. Internalizzare alcune capabilities rende più solido tutto il progetto”. È un momento di profondo cambiamento: “Siamo a un punto di minimo. Nel 2023 c’è stata la grande crisi delle PMI quotate. Abbiamo però davanti un momento di ripresa che si prospetta sia ciclica, quindi con presupposti economici, i tassi, l’economia, sia congiunturale-politica perché c’è sempre più bisogno della comprensione della necessità di muoversi tutti nell’avvicinare i capitali alle imprese”. In questo contesto “essere motore del sistema ci piace ancora di più, perché facciamo bene ai nostri clienti, alla banca, ma anche al Paese stesso”, ha evidenziato l’AD Gian Maria Mossa spiegando come il cambiamento riguardi anche i ruoli. “Tipicamente, le banche commerciali hanno prestato soldi agli imprenditori, li hanno accompagnati in operazioni di finanza straordinaria e questi imprenditori hanno successivamente lasciato i loro averi al private banking della banca. La nostra relazione invece nasce da esigenze di protezione e di valorizzazione del patrimonio e sfocia estendendo queste competenze a una gestione integrata dell’impresa che è una parte significativamente rilevante del patrimonio”: fare forza “su una relazione di lungo periodo, su un modello che non si basa sul mordi e fuggi, per creare valore oltre al patrimonio finanziario, quindi anche all’impresa” è la direzione che segue Banca Generali. Ed è anche “una risposta a tutti quei bankers che cercano l’indipendenza per poter servire al meglio tutti i loro clienti-imprenditori”.