Cristina Eléni Kontoglou – “Semiotica notturna”
Cristina Eléni Kontoglou presenta un’intensa silloge poetica divisa in tre sezioni principali, corrispondenti ai tre stadi alchemici per sciogliere e ricomporre la materia. Un’opera dai significati profondamente simbolici, in cui l’essere umano e la sua carnalità si specchiano e trovano concordanze nel corpo artificiale di una metropoli immaginaria, caratterizzata da luci al neon e da spazi di pura solitudine.
Casa editrice: peQuod Editore
Collana: Rive
Genere: Raccolta poetica
Pagine: 74
Prezzo: 14,00 €
«Dovrei sedermi sulla sponda del letto per sentirti guardarmi – sentire lo sguardo che si arrampica tra le costole un soffio la pagina spostata un bicchiere rovesciato – Sentirti senza le parole chiedermi quanto io sia disposta a lasciarmi andare, se io fossi fatta di sole mani avrei la certezza di filtrare i tuoi segreti dalla pelle mentre allungo le dita vicino a me, e trovo invece un palmo aperto diviso linee inconcludenti che percorrono la carne in vie incerte senza una mappa una direzione una sosta o una dedizione»
“Semiotica notturna” di Cristina Eléni Kontoglou è una raccolta di liriche in cui le parole hanno il potere di evocare immagini vivide e quasi tangibili; un’opera ricca di simbolismi, associazioni e suggestioni, in cui a dominare è la raffinatezza del linguaggio poetico dell’autrice, che va di pari passo con un’appassionata indole trasgressiva. La fascinazione della silloge risiede anche nel suo legame con i processi alchemici finalizzati a produrre la pietra filosofale: le tre sezioni in cui è articolata l’opera – Materia, Sublimazione e Trasmutazione – sono infatti l’eco delle fasi Nigredo, Albedo e Rubedo, e con esse condividono la trasformazione atta a raggiungere una sorta di liberazione spirituale, esponendo la materia di cui si è composti ridotta all’essenza, alla verità.
In queste poesie si vive uno straniante processo di cambiamento in cui la materia si corrompe e si scompone per poi venire successivamente purificata attraverso la sublimazione; nel momento finale della sua ricomposizione essa ha acquisito una diversa sostanza, inconoscibile con la mera razionalità ma che si può invece avvertire con i sensi, canali privilegiati per esperire l’esistenza, bussole percettive per orientarsi nel mondo.
La poetessa e fotografa – dall’ottava arte Cristina Eléni Kontoglou ha ereditato il linguaggio evocativo e figurativo – presenta un’opera colta e sfidante in cui niente è come appare: ciò che vediamo è solo la superficie ma la nostra essenza è fatta di materie differenti, di presenze fantasmatiche, di pulsioni ed energie; di componenti biologiche e di altre più misteriose, a volte anche artificiali, transumane.
È un enigma l’essere umano, e in queste liriche tale rompicapo è innestato perfino nella carne viva di una città che ricorda quella nostalgica e decadente del film “Blade Runner”, aggiungendo ulteriori significati a quelli più comodamente palesi. L’autrice prende quindi il corpo umano e il suo sentire e lo seziona e lo ricompone, lo riduce all’osso e lo rende materia plastica da modellare; la parola d’ordine in queste poesie è decontestualizzare: ritagliare frammenti e incollarli su altre realtà, magari incompatibili, contaminare creando nuove forme significanti. È un esperimento alchemico appunto, alla ricerca della verità ultima che soggiace all’apparenza; una verità forse scomoda o tragica, eppure essenziale.
SINOSSI DELL’OPERA. “Semiotica notturna” origina dalle città, dalle strade, per arrivare attraverso la materia, i materiali sintetici, industriali e quelli naturali, fino all’uomo in una corrispondenza ermetica tra dentro e fuori. La silloge è ripartita in tre sezioni archetipiche — Materia, Sublimazione e Trasmutazione — in linea con le tappe dei processi alchemici, Nigredo, Albedo e Rubedo, di cui la terza sezione è sintesi e processo conclusivo, per arrivare all’essenza originaria in un processo inverso. La foto in polaroid presente sulla copertina del libro è opera del fotografo professionista Francesco Sambati.
BIOGRAFIA DELL’AUTRICE. Cristina Eléni Kontoglou è nipote di uno dei maggiori pittori e scrittori greci, F. Kontoglou, e del marchese italiano Savini. Italogreca, vive a Firenze dove ha studiato conseguendo la laurea in Lingue e Traduzione e specializzandosi in letteratura e lingua francese, sua lingua di adozione. In Italia sviluppa la passione per la fotografia, di cui diventa studiosa e parte attiva quando da street photographer partecipa a mostre personali e collettive con il secondo nome Eléni. Pubblica nel 2023 la raccolta di poesie “Volturno Arcano” per Eretica Edizioni, finalista al premio internazionale Mario Luzi 2023. Sempre nello stesso anno esce “Agrimonia”, un libro di racconti autobiografici edito da Fallone Editore. Nel 2024 si classifica terza al Premio Alda Merini per narrativa inedita con “Impuri riflessi”, e viene segnalata sempre per lo stesso testo con menzione al Premio Europa in Versi. Per la sezione poesia arriva finalista al premio Shelley e Byron e vince il premio Domus del Premio Seneca. Attualmente lavora come docente di letteratura francese; alcuni suoi racconti compaiono inoltre su riviste tra cui Minima&Moralia, Calvario Magazine, Micorrize e Poetarum Silva.
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