L’argomento è discusso presso il Parlamento ucraino, sebbene i deputati che ne parlano siano osteggiati. Si tratta delle condizioni disastrose dell’esercito e soprattutto della resistenza che i cittadini oppongono al reclutamento e e a ciò che avviene al fronte.
Tanti disertori
Il deputato che ne ha parlato di più è già fuggito all’estero. Si tratta di Artem Dmytruk, che per due anni è stato nel partito del presidente Zelensky. Ma oggi le minacce lo hanno spinto a un esilio volontario. Qualche giorno fa sul suo canale Telegram ha scritto che gli uomini in prima linea non capiscono più perché o per cosa combattono. Vogliono solo tornare a casa. Nemmeno il timore di punizioni li trattiene dal disertare. Sanno che comunque moriranno presto o finiranno male, dunque non hanno più paura di protestare o di abbandonare.
Fallita la mobilitazione
Un anno fa Zelensky chiedeva 500mila uomini da mandare al fronte. In questi mesi, i reclutatori hanno cercato di accontentarlo in molti modi creativi, fra cui l’attendere gli spettatori dei concerti fuori dagli stadi e rapire direttamente i prescritti prelevandoli dalla strada. Ora la gente è stufa dei soprusi e sono stanchi pure i familiari di chi è al fronte da due anni. Nella società aumenta il senso di invidia e risentimento gli uni contro gli altri e tutti contro il governo.
Arresi o prigionieri
I media occidentali e mondiali parlano di morale basso come della causa dei problemi delle Forze armate ucraine. Ma ci sono numeri che preoccupano, come quelli degli scomparsi. Sono morti o sono stati catturati? Sono fuggiti o si sono arresi? I dati ufficiali del Commissario del Ministero degli Interni di Kiev contano più di 48mila ucraini, ma è una quantità inevitabilmente più bassa di quella reale. E allora gli ennesimi aiuti militari degli USA servono a poco, se manca chi userà quelle armi o se sono armi non decisivi ai fini degli equilibri sul campo. FONTE: https://strumentipolitici.it/mentre-zelensky-gira-leuropa-col-suo-piano-lesercito-ucraino-si-sfalda/